Intervista a una lavoratrice senza Super green pass

Abbiamo intervistato una lavoratrice del privato senza super Gp e quindi sospesa dal lavoro d Raccontaci la tua storia r Ho 51 anni, lavoro in fabbrica e ho deciso di non vaccinarmi, fino al 15 Ottobre andavo a lavorare con i tamponi poi è arrivata la sospensione. Ho due figli a mio carico, uno minorenne, vado avanti con i risparmi di quasi 30 anni e non so ancora per quanto. Ho deciso di non vaccinarmi ma ho anche pensato che andare a lavoro con il tampone, a mio carico, avrebbe messo colleghi\e al sicuro dai contagi, cosa ben diversa da quanto accade senza tamponi. Lavorando in fabbrica fianco a fianco di altri\e, il tampone era una garanzia per tutti\e, anzi io penso un atto di rispetto verso il prossimo. d Non farai il vaccino? Dipende dal conto in banca, altri 3 o 4 mesi posso aspettare ma se l'obbligo del super Gp sarà reiterato nel tempo come potro' vivere? Ho letto che fino a Giugno si entra al lavoro solo se vaccinati, qualcuno sta pensando di anticipare il ritorno al lavoro anche con il solo tampone, una soluzione equa a mio avviso ma non cambieranno nel frattempo idea? Una mia collega ha deciso di fare causa per avere almeno l'assegno familiare, io non ho i soldi per pagare un legale.... alcune sentenze recenti hanno riconosciuto il diritto a percepirlo. Trovo paradossale che se rubo e vengo sospesa dal servizio percepisca almeno metà dello stipendio ma se invece non sono vaccinata resto a casa senza un euro. d. Cosa pensano i tuoi colleghi della scelta di non vaccinarsi? Hanno rispetto per la mia scelta, si sono anche autotassati per aiutare i non vaccinati e questa solidarietà è motivo di orgoglio per la classe operaia. Tutti sanno del resto che essere vaccinati non significa immunità, molti dcolleghi, con due o tre dosi, si sono ritrovati ammalati negli ultimi mesi. All'inizio l'azienda accoglieva per alcune figure professionali la richiesta di smart, negli ultimi mesi, e nonostante i dati della pandemia, invece no. Trovo questa situazione paradossale se penso che nel 2020 ci hanno fatto lavorare praticamente senza interruzione anche quando c'erano quasi 1000 morti al giorno e poi a inizio 2021, per un calo delle ordinazioni, ci siamo ritrovati per due mesi e mezzo in cassa integrazione. Siamo carne da macello, i nostri diritti non esistono, la gestione della pandemia è stata penosa sotto tanti punti di vista. Io attendo da otto mesi di essere operata per una protesi all'anca, mi viene detto che la responsabilità è del covid ma mia madre 4 anni fa ha atteso un anno prima di essere operata, mio figlio per un semplice intervento di varicocele attende la chiamata da maggio 2021. Le lunghe, interminabili, liste di attesa in sanità sono il prodotto della assenza di personale e di investimenti nella sanità pubblica e la emergenza pandemica ha solo acuito il problema.

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