Intervento del No camp darby alla iniziativa contro la guerra organizzata dal circolo Arci L'Ortaccio a Vicopisano
Il nostro sentito ringraziamento va agli organizzatori di questa assemblea, un momento di confronto e di approfondimento che rompe la narrazione a senso unico sulla guerra e sulle ragioni di questo conflitto.
Non saremo certo noi a esaltare la figura e l'operato di Putin ma è innegabile che le ricostruzioni mediatiche della Tv degli ultimi giorni ricordano la martellante narrazione avvenuta nei due anni pandemici, ricostruzioni funzionali a giustificare l'aumento delle spese militari nei paesi della Nato come già prevedeva l'Alleanza Atlantica nel 2014 quando era chiesto ai paesi membri di destinare almeno il 2% del loro Pil alle spese militari.
Mentre si dissolveva il Patto di Varsavia iniziava l'annessione di numerosi paesi alla Nato per costruire una cortina militare attorno alla Russia.
Negli ultimi mesi ben due esercitazioni militari hanno coinvolto decine di paesi e migliaia di uomini sotto l'egida della Nato, esercitazioni al confine con la Russia, un segnale preoccupante di quell'accerchiamento che mirava a lanciare un monito non solo alla Russia ma anche alla Cina.
Queste esercitazioni erano un segnale di guerra eloquente, le continue offerte all'Ucraina di entrare nella Nato e nell'area Euro la risposta occidentale per isolare e indebolire la Russia lanciando un monito alla Cina, questi sono fatti incontrovertibili con i quali ogni intellettuale o giornalista dovrebbe fare i conti.
Poi ci saranno anche in Russia spinte nazionaliste tendenti a rafforzare una visione identitaria in termini anti occidentali rivendicando la salvaguardia del popolo Russo, tuttavia tacere sulle politiche della Nato e della Ue corre grande differenza.
I veri cinici non sono i pacifisti contrari all'invio delle armi all'Ucraina, cinici e spietati sono quanti alimentano la fly zone e l'espansionismo della Nato, ipocriti quanti occultano la presenza di neo nazisti inglobati nell'esercito ucraino.
La narrazione dei fatti ammaestrata, ad uso e consumo di media controllati da gruppi economici e finanziari che hanno interessi economici anche nella produzione e nel commercio di armi, quando si parla di pensiero unico dovremmo avere l'onestà intellettuale di riconoscerne l'esistenza non solo nei paesi senza democrazia ma anche nei paesi europei e Nato soprattutto quando si parla, a senso unico, di guerra o di libero mercato.
Le amministrazioni democratiche negli Usa sono da sempre fautrici di politiche internazionali aggressive contro i palestinesi, i paesi che nel continente latino americano sono riluttanti a subire l'egemonia del dollaro, puntualmente la presidenza Biden ha scelto di alimentare il conflitto per superare la crisi di sovrapproduzione in cui si dibatte, sono migliaia i mercenari presenti in Ucraina da mesi, addestrati e armati dalla Nato. E qui subentra il neokeynesismo di guerra come risposta alla crisi economica portandosi dietro processi speculativi che avranno ripercussioni sulle condizioni di vita delle classi subalterne sui costi delle tariffe e dei generi di prima necessità . Già intravediamo all'orizzonte nuove politiche di sacrifici e tagli a salari, sanità e pensioni.
La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, il ricorso alla militarizzazione dei territori determina l'incremento della spesa militare che a sua volta determina il costante ricorso ai conflitti bellici. Non siamo davanti a un Occidente pacifico ma ad un Occidente che da decenni alimenta le guerre nel mondo, ha costruito una verità preconfezionata per giustificare guerre sanguinarie che non avevano alcuna ragione umanitaria dacchè la guerra non ha niente di umanitario.
La militarizzazione dei territori, lo stato di emergenza che si è spostato dalla pandemia alla guerra sanciscono anche il restringersi degli spazi di libertà e di democrazia.
Le sanzioni colpiranno le classi sociali meno abbienti impoverendole ulteriormente ma al contempo arricchiranno le multinazionali, gli stati che la guerra alimentano con la produzione e il commercio di armi
Come avvenuto nel 1999 il controllo delle vie energetiche è la causa scatenante dei conflitti, l'uso dei nazionalismi diventa determinante per dividere i popoli.
Noi abbiamo lanciato una manifestazione davanti all'aeroporto militare di Pisa perchè da lì partono ingenti contingenti militari destinati all'Ucraina, i porti e gli aeroporti sono divenuti avamposti di guerra, dimenticarlo significa assecondare le spinte alla guerra che saranno alimentate, anche in Italia, dall'aumento delle spese militari fino a 108 milioni di euro al giorno.
Il nostro comitato si chiama no Camp darby perchè questa base è stata potenziata per consentire il rapido e continuo trasferimento di armi dalla base ai porti e alle ferrovie fino agli aeroporti, è in atto la strisciante militarizzazione dei nostri territori, non opporsi alla stessa è un segnale di subalternità politica e culturale che aborriamo.
Siamo convinti che il movimento contro la guerra si sia indebolito negli ultimi anni perchè non ha saputo sottrarsi alla subalternità politica verso il centro sinistra divenuto oggi alfiere dell'aumento delle spese militari fino al sostegno militare all'Ucraina. E perchè ha finito con il dimenticare il ruolo aggressivo della Nato preoccupandosi solo di compiacere l'immagine rassicurante, per i partiti di centro sinistra, di un movimento etico e morale , incapace di individuare le cause economiche della guerra e le sue conseguenze sociali.
Non puo' esserci equidistanza alcuna o tacere sulla militarizzazione dei territori, se non si avversano le cause economiche delle guerre, senza contrastare l'aumento delle spese militari avremo solo rivendicato un rifiuto sterile e moraleggiante che nei fatti si traduce in una scelta di campo ben precisa, a fianco della Nato e del suo espansionismo ad Est.
Da anni subiamo una sorta di lettura pubblica della storia tra ricostruzioni parziali, revisionismo storico e politico, narrazioni unilaterali che mirano a giustificare l'operato delle potenze imperialiste occidentali.
Abbiamo finalmente spiegato che il movimento pacifista non puo' limitarsi al semplice rifiuto etico e morale dei conflitti, per essere realisti bisogna smascherare la natura imperialista delle politiche economiche e sociali, contestare le scelte e gli interessi materiali che alimentano il ricorso alla guerra.
In questa ottica ci stiamo muovendo ricordando che la crisi ucraina nasce nel 2014 quando quel paese rifiuto' l'offerta Nato e Usa scegliendo gli aiuti della Russia, fu proprio quella scelta a rappresentare l'inizio della crisi che ha portato prima alla guerra civile in Ucraina e poi alla odierna guerra.
Ridurre la storia recente a comodi schemi auto assolutori per le potenze economiche e militari suona come una giustificazione alla guerra in corso, noi siamo certi che le classi subalterne abbiano tutto da perdere da un conflitto, si alimentano i nazionalismi e il ricorso alla guerra stessa diventa la ricetta privilegiata (neokeynesismo di guerra) per alimentare i profitti e mantenere inalterati gli interessi materiali dei paesi dominanti.
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