5 Marzo a Roma? Una piattaforma che porta solo acqua al mulino del Governo e della Nato, Il regno dell'ipocrisia domina nella sinistra

 Sabato 5 marzo ci sarà una manifestazione nazionale a Roma indetta dalla Rete Pace e Disarmo e con numerosissime adesioni che vanno dai sindacati Cgil Cisl Uil all'associazionismo e anche a pezzi del variegato mondo comunista. Questa manifestazione nasce da un appello rivolto a cgil cisl uil e all'associazionismo che in questi mesi hanno sostenuto il Governo Draghi.

Ecco cosa scrive la Rete pace e disarmo:

Facendo seguito alle mobilitazioni dei giorni scorsi, visto il peggiorare della situazione in Ucraina, l’aggressione militare russa, gli scontri armati nelle città, le colonne di profughi, la sofferenza della popolazione civile, invitiamo tutte le associazioni, i sindacati che hanno partecipato alla manifestazione di Roma e delle altre città, ad una riunione per organizzare insieme una grande manifestazione nazionale da realizzarsi a Roma, il prossimo sabato 5 marzo

Siamo quindi in presenza del solito pacifismo generico che non muove un dito contro la Nato, la militarizzazione dei nostri territori, la partecipazione attiva del Governo italiano alla svendita di armi all'Ucraina, non una parola su quanto avviene in Siria o in Donbass, non una parola spesa sul potenziamento delle industrie di armi italiani, nessuna solidarietà ai portuali denunciati per essersi opposti al carico di armi.

Ha poco senso asserire, come fa Acerbo del Prc, che manifesteranno contro la Nato perchè nella piattaforma della manifestazione non c'è traccia alcuna perfino di una velata critica all'espansionismo e al ruolo, militare ed economico, della Alleanza Atlantica. 

La inconsistenza politica di alcune organizzazioni comuniste si cela dietro a parole d'ordine che dicono magari l'esatto contrario della piattaforma di indizione della giornata del 5 Marzo ma il desiderio di visibilità in TV spinge a clamorosi abbagli e soprattutto a rinunciare ad un minimo di coerenza.

Nella adesione dell'Arci si fa solo riferimento all'Onu nel nome della quale sono avvenute le guerre cosiddette umanitarie che hanno distrutto paesi e provocato migliaia di morti.

Sempre l'Arci rivendica la  fine al commercio di armi senza limiti e senza controlli. Si impieghino le risorse per le armi a favore della sanità, istruzione, sicurezza sul lavoro, attuazione di tutti i diritti per tutti. E una Europa di pace, senza armi nucleari, che fondi le sue relazioni internazionali sulla sicurezza comune e condivisa, sul disarmo, sulla neutralità attiva.

Rivendicazioni condivisibili che stridono con l'effettivo operato del Governo italiano e del centro sinistra che invece promuove produzione e vendita delle armi all'estero in nome del rilancio dell'economia italiana. E anche in questo caso non si guarda a quanto avviene in casa nostra con i territori italiani attraversati da convogli di armi molte delle quali provenienti dalle basi Usa e Nato.

Poi c'è chi, come  l'associazione per il rinnovamento della sinistra, che si limita a parlare di contrarietà all'allargamento della Nato accettandone di fatto l'attuale struttura che ha visto negli ultimi 20 anni numerosi ingressi di paesi un tempo neutrali o provenienti dal Patto di Varsavia (che con il crollo del Muro di Berlino si è dissolta al contrario della Nato in continua espansione)

Che senso ha allora manifestare con questa piattaforma il 5 Marzo  a Roma? 

Per noi significa assecondare quel pacifismo che spera nella pace senza mai individuare le cause economiche e militari delle guerre e senza mai confrontarsi con le politiche del Governo Italiano.

I porti e gli aeroporti italiani sono già zone di guerra adibite al carico e scarico di armi, stesso discorso vale per le basi militari Usa e Nato sul nostro territorio. Ma di questo, e di molto altro, la piattaforma del 5 Marzo non parla.


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