Guerra e industria bellica: come porvi fine? A colloquio con Max Aliprandini della Lega Obiezione di Coscienza
Guerra e industria bellica: come porvi fine? A colloquio con Max Aliprandini della Lega Obiezione di Coscienza
di LAURA
TUSSI
"Dalle aspettative di pace e investimenti di pace, dopo la caduta del
muro di Berlino si è passati a centinaia di conflitti nei vari paesi
dell’Africa e nel mondo".
Triste ma vera la considerazione di Massimo Aliprandini, volto storico
dell'obiezione di coscienza in Italia.
Chi si ricorda quel periodo? Ma soprattutto, cosa pensate della situazione
delle guerre nel mondo, che – ricordiamolo – NON sono solo quelle di cui si
parla di più, ma sono decine e decine?
Dall'Europa agli Stati
Uniti, da Gaza all'Ucraina, dal pacifismo alla narrazione mediatica, dalla
guerra all'industria bellica. Max Aliprandini della Lega Obiezione di Coscienza
traccia un quadro della situazione geopolitica attuale legando tutti questi elementi
con un filo rosso. La sfida? Invertire la tendenza che ha generato la deriva
bellicista di quest'epoca storica.
«La maggioranza della popolazione degli italiani non
vuole la guerra, ma la ricerca di una trattativa fra i contendenti non viene
affrontata dai mezzi di comunicazione, perché la guerra chiude le possibilità
democratiche per un passaggio alla pace». Sono queste le parole con cui inizia
la nostra conversazione con Max Aliprandini storico portavoce della LOC – Lega Obiezione di Coscienza di
Milano che collabora ed è in collegamento a livello internazionale con la War
Resisters’ International, con l’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza e
con la campagna Object War. Con Max abbiamo analizzato lo scenario geopolitico
internazionale che si sta prospettando attualmente dall’Occidente all’Asia.
Max
Aliprandini, storico portavoce della LOC - Lega Obiezione di Coscienza di
Milano che collabora e è in collegamento a livello internazionale con la War
Resisters’ International, con l’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza e
con la campagna Object War.
Abbiamo
deciso di impostare una conversazione con Max rispetto al crinale apocalittico
guerresco e geopolitico internazionale che si sta prospettando attualmente
dall’Occidente all’Asia.
Rivolgiamo
qualche domanda a Max.
Quale
è il meccanismo che mette in moto la guerra e il coinvolgimento dell’Italia?
Sono coinvolte anche le 130 basi militari nel nostro Paese?
Il meccanismo militare
resta in sintesi questo: il presidente
del consiglio con il Ministero della Difesa, forte delle 130 basi militari
straniere in Italia, si reca al pentagono per farsi accreditare e riceve
commesse per la produzione di armi . Queste commesse riportate in Italia
servono per le apparecchiature militari e avviare l’industria bellica.
E'
così che si forma la struttura dell’esercito e dell’industria bellica?
In Europa si lavora per ottenere
commesse e progetti militari europei. In
Africa, India nei vari paesi si vendono armi. Non è possibile poi non vendere armi
nelle varie guerre.
Perché
tutto questo non va bene? Non è ammissibile e concepibile perché si dice di
esportare la democrazia e invece si traduce il tutto in violenza e morte?
Non si ha all’interno
della militarizzazione dell’Italia un progetto di pace complessivo. Non si
hanno progetti di miglioramento dei
diritti umani sul nostro territorio e nelle varie parti del mondo. Le tasse
degli italiani sono spese in armamenti e missioni estere al limite e contro
l’art. 11 della nostra Costituzione (L'Italia ripudia la guerra come strumento
di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali).
Non
si pensa, nella logica di fabbricazione delle armi a salvaguardare i civili?
La maggioranza della
popolazione degli italiani non vuole la guerra, ma la ricerca di una trattativa
fra i contendenti non viene affrontata dai mezzi di comunicazione. Viene
trasmessa la tecnologia militare nei filmati. Tutto questo perché la guerra
chiude le possibilità democratiche per un passaggio alla pace.
Ma
perché la guerra si diffonde e si allarga?
La guerra ha due settori
di diffusione: uno geopolitico e un altro di scontro per procura dei paesi che
hanno una struttura militare in grado di esportare la guerra fuori dai suoi
territori e con l’utilizzo della cosiddetta "carne da cannone" di
altri paesi .
Chi
sono i paesi responsabili di questi meccanismi?
Dopo la seconda guerra
mondiale è inesorabilmente subentrata la guerra fredda (Stati Uniti/Russia) che
ha visto la divisione del mondo in aree d’influenza. Vi è stata in questa fase
l’espansione degli esperimenti delle bombe nucleari (circa 350 esplosioni) e
l’armamento nucleare è entrato nella fase di utilizzo per la concezione
militare della deterrenza.
La
fase successiva alla guerra fredda è stata la globalizzazione con la conquista
delle rotte di navigazione, dei giacimenti energetici, del controllo della
finanzia e dell’informatica. E la pace?
Dalle aspettative di pace
e investimenti di pace, dopo la caduta del muro di Berlino si è passati a
centinaia di conflitti nei vari paesi dell’Africa e nel mondo.
Gli
Stati Uniti hanno imposto e scatenato più di cento guerre e conflitti armati in
tutto il mondo? Qual è il ruolo degli Usa?
Gli Stati Uniti volendo
mantenere una egemonia mondiale hanno aperto interventi militari espansivi
fuori dai loro confini (più di 100 tra guerre contro terrorismo,
stati canaglia, armi chimiche, attacchi di difesa preventiva, governi con
colonnelli, dittatori vari eccetera) tutto questo non ha permesso una
distensione a livello mondiale, tutti si sono armati e scontrati.
Anche
l'Europa sì è trasformata in un sistema basato sull'assetto militare e
industriale, producendo e commerciando armi, e che ha avviato molteplici
guerre?
Anche l’Europa ha
intrapreso una politica di allargamento dei suoi confini sia ad est che a sud che
incontra scontri armati ai suoi confini (Balcani, Russia, paesi del
mediterraneo).
Vedi
quindi un pericolo americano che attraversa la mondialità? Con gli Usa forti
della loro potenza militare e del controllo
della Nato?
Il pericolo americano è quello
che stiamo vivendo ora. Forti della loro
potenza militare e il controllo della
Nato, con questi strumenti si sono messi al centro delle due guerre: Palestina
e Ucraina. La loro posizione si sta indebolendo politicamente in quanto caduta
l’ipocrisia di essere gli arbitri dei concetti di diritto e di pace fra i
contendenti, patteggiano e favoriscono le parti a loro vicine e perdono autorevolezza e ruolo.
Nella
guerra con l’Ucraina, gli Stati Uniti favoriscono l’aumento della
conflittualità con l’invio di armi e non pensano assolutamente a trattative?
I giovani da una parte e
dall’altra sono braccati dalle forze di polizia per andare a morire senza un
progetto e una finalità di pace. Il popolo ucraino è estromesso dalle decisioni
sulla durata e fine del conflitto e portato ad essere usato da Europa e Nato
nei loro progetti di espansione.
Continua
la carneficina e il genocidio in Palestina con più di 500 persone al giorno,
tra morti e feriti
In Palestina, gli stati
Uniti permettono, dopo un attacco militare del 7 ottobre da parte di Hamas,
agli israeliani di occupare un territorio palestinese e sapendo che Hamas è
strutturato come un partito all’interno di Gaza, chiamandolo gruppo
terroristico anche il poliziotto o il vigile di quartiere diventano persone da
sterminare e quindi uccidono circa 500 persone al giorno, tra morti e feriti.
Ora tutte le armi date portano al rischio di una guerra anche con il Libano.
Anche qui dare le armi non avvicina la Pace, ma aumenta la tensione e allarga
il conflitto.
Allora
cosa bisognerebbe fare? Sospendere l'invio delle armi e aprire una trattativa è
una necessità di tutti?
Un esempio fra tutti. In
questi ultimi giorni gli Usa hanno siglato da soli con Zalensky per la
cooperazione militare. Con la gestione dei missili a lunga gittata, da loro
gestiti, hanno scelto il bombardamento della punta più a sud della Crimea e con
i loro tecnici militari hanno permesso agli ucraini di colpire il territorio
russo con droni armati di bombe.
Questa
è la dinamica militare sui due fronti di guerra?
Dall’altra parte, i russi
hanno colpito la parte più a nord dell'ucraina (Leopoli) dove entrano i mezzi
militari occidentali europei e dove saranno
consegnati gli f16 distruggendo
strutture energetiche (centrali di distribuzione dell’energia elettrica e i
depositi di carburante) che riducono la possibilità di far viaggiare treni e camion.
Le
nuove armi aumentano il conflitto non lo riducono, quindi si sta andando
incontro al pericolo di una guerra nucleare che tutti non vogliono, ma che
tutti stanno preparando. Quindi non c’è speranza?
No. Si può ancora tornare
indietro. Avere un obiettivo “battere la guerra” è un formidabile programma politico. La Pace
passa per la definizione dei confini. La Pace ha un prezzo se vuoi riprendere
il territorio lo puoi fare anche ad un tavolo di trattativa. L’Europa deve
sospendere l'allargamento ad est e a
sud.
Quando
può iniziare una trattativa bisogna lavorare perché si realizzi. Su questo non vi è niente da eccepire
Mi sembra che
l'attenzione di oggi sia sul fatto che sia Putin e Zelensky a "modo
loro" abbiano parlato di Pace. Da posizioni diverse, uno vuole tutti i
territori conquistati e quelli con popolazione russofona. Non vuole la presenza
della Nato vicino ai suoi confini. L'altro rivuole tutti i territori
dell'Ucraina. Il presidente Cinese ha affermato che i due possano trovare un
accordo a metà delle loro rispettive proposte.
Nessuno
dei tg nostrani ha preso in considerazione questo segnale. Si poteva dire
abbiamo l'inizio di una trattativa. Invece si sono inseriti nel voler mantenere
la divisione fra le parti . Ma i mass media
vogliono mantenere la guerra?
In Palestina la
trattativa riguarda il ritiro delle truppe israeliane e gli aiuti
umanitari. La ricostruzione di Gaza e la sua organizzazione in città stato
palestinese. Questa centralità permetterebbe uno sviluppo dello stato
palestinese e attenuerebbe le mire israeliane di conquista e gestione di Gaza.
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