L'assedio di Gaza. Genocidio di un popolo. La Palestina deve vivere
L'assedio di Gaza. Genocidio di un popolo. La
Palestina deve vivere. Ma di chi sono le
responsabilità?
di Laura Tussi
Le risoluzioni ONU in merito sono sempre state
disattese e l’opinione pubblica è sempre più omertosa sulla questione palestinese
anche perché vige il ricatto subdolo della retorica perversa di potere vantata
e perpetrata dal governo di Israele. È doveroso e quanto mai necessario
esporre una denuncia molto dura e serrata per tenere desta l’attenzione sulla
questione palestinese, su quello che sta avvenendo in questi giorni a Gaza e in
Palestina. Ennesimi bombardamenti israeliani sul popolo Gazawi brutalmente
sottomesso e di cui nessuno parla per paura di ritorsioni e ricatti e denunce.
La mistificazione e la propaganda di
guerra
I massmedia e mainstream ortodossi tacciono o meglio mistificano in una
terribile propaganda di guerra le verità sulla Palestina e sul suo popolo
martoriato.
Si tacciono le operazioni militari di Israele contro il popolo palestinese:
un autentico stillicidio, un massacro, un genocidio.
E' necessario che tutti gli attivisti e
gli intellettuali prendano ferma convinzione e posizione
Un attacco militare da parte del governo israeliano che perpetua un
meditato genocidio su un popolo e sulla frangia più indifesa e fragile della
popolazione come i bambini e perlopiù affetti da rare e gravi patologie. È
utile e necessaria una importante presa di posizione da parte di tutti gli
attivisti per la pace e la nonviolenza per mantenere desta l’attenzione di
questo nostro segmento di storia contemporanea, questa guerra ininterrotta e
infinita che si perpetua di generazione in generazione dal 1948.
Le disattese risoluzioni delle Nazioni
Unite
Le risoluzioni ONU in merito sono sempre state disattese e l’opinione
pubblica è sempre più omertosa sulla questione palestinese anche perché vige il
ricatto subdolo della retorica perversa di potere vantata e perpetrata dal
governo di Israele.
Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele
Embargo contro Israele, un dossier a cura di BDS
Italia. Con il sostegno di PeaceLink e con la collaborazione del collettivo A
Foras. Israele applica un regime di apartheid nei confronti della popolazione
palestinese, violandone i diritti umani e politici.
Mosaico di Pace presenta: Recensione al Dossier
Embargo militare contro Israele
La raccolta di
voci autorevoli contro l'occupazione
Il libro-dossier Embargo militare contro Israele raccoglie voci autorevoli
del pacifismo italiano che denunciano un aspetto geopolitico storico molto
rilevante, ossia la durata e l’estrema difficoltà della resistenza palestinese
di fronte a un’aggressione coloniale di insediamento, così determinata,
durevole, violenta e spietata senza precedenti nella storia recente e
contemporanea.
L'occupazione dei territori palestinesi
da parte di un aggressore razzista e suprematista
Questa occupazione avviene inoltre da parte di un aggressore così razzista,
suprematista e così tanto superiore negli armamenti e nella volontà di
deportazione e di autentico e lento sterminio e stillicidio di un presunto
nemico, in realtà innocente, mite, pacifico, colpevole esclusivamente di vivere
tranquillo in quella terra che con sottile inganno chi vuole rubarla e
derubarla a mano armata pretenderebbe di definire contesa.
Un dossier molto
importante
Questo dossier è a cura di BDS Italia, con la collaborazione del collettivo
A Foras e con il sostegno dell’associazione PeaceLink - Telematica per la Pace.
La sapiente postfazione è di Giorgio Beretta. Coordinatore del progetto è
Raffaele Spiga.
Perché tutte queste
realtà e tutti noi attivisti per la pace nel mondo e Amnesty International e
molti governi chiediamo l’embargo militare totale nei confronti di
Israele?
Questo embargo militare è volto alla cessazione e al blocco degli scambi
commerciali, scientifici, accademici di tipo militare e securitario con
Israele. Il governo di Israele spende una grandissima parte del suo prodotto
interno lordo per il settore militare. Tutto questo complesso di difesa e il
sistema militare e il quantitativo in armi vengono veicolati e utilizzati per
commettere gravissime infrazioni dei diritti politici e umani, in violazione
con il diritto internazionale, nei confronti del popolo palestinese e a
perpetuare un regime di discriminazione e segregazione, un’imposizione di
durissimo Apartheid contro i palestinesi.
In Palestina l'Apartheid come in Sud
Africa. La necessità di sanzioni e disincentivi e disinvestimenti
Come avvenne ai tempi dell’Apartheid in Sudafrica, nei primi anni '80 del
secolo scorso, la mobilitazione dei vari governi e il diritto internazionale
hanno tutta la possibilità e potenzialità di contribuire a destituire e
rovesciare, anche con sanzioni e disincentivi e disinvestimenti, il sistema
coloniale e il regime di segregazione che Israele impone ai palestinesi.
Le connivenze dell'Occidente con il
regime di Israele
L’Italia e l’Unione Europea sono purtroppo conniventi con Israele e
coinvolte nell’interscambio di tecnologie nei sistemi di sicurezza e a uso
bellico, tramite manovre di collaborazione in settori strategici e con
finanziamenti, mentre gli Stati Uniti forniscono sostegni, incentivi e
investimenti a tutto il settore militare israeliano per decine di milioni di
dollari al giorno.
E' necessario un embargo contro il
governo israeliano
Per tutte queste motivazioni risulta quanto mai urgente attivare un embargo
militare totale contro Israele, fino a quando questo governo infame non
riconoscerà l’uguaglianza dei diritti umani a tutti gli abitanti della
Palestina storica.
Le complicità dell'Unione Europea e
degli Stati Uniti e il servilismo del governo italiano
Israele dovrà ritirarsi da tutti i territori occupati e dovrà liberare
tutti i prigionieri politici detenuti nelle sue famigerate carceri e dovrà
permettere il ritorno di tutti i profughi. La società civile palestinese chiede
da molto tempo un embargo militare contro Israele finalizzato a porre un
divieto e una fine alla complicità tra le potenze militari dell’Unione Europea,
degli USA e dell’Italia.
Un popolo distrutto
dallo strapotere di un governo occupante e criminale
E' necessario un embargo militare per rendere sempre palese e evidente la
responsabilità del governo di Israele in tutti i suoi crimini di guerra che
ledono pesantemente la dignità degli essere umani e per porre finalmente la
parola 'fine' nella storia alla violenza perpetrata dal governo militare di
Israele contro il popolo palestinese.
L’attivismo per la Palestina. Una speranza inestimabile e sempre attuale
Gaza vive ancora grazie a questo Mosaico di Pace
attivista e alle tante associazioni filopalestinesi che spendono e dedicano la
vita a una causa nobile come è la sopravvivenza ed esistenza del popolo
palestinese e di tutti i popoli del mondo, nel filo rosso dell’amore per
l’umanità intera.
L'attivismo per la
pace messo a dura prova dalle condizioni attuali di genocidio a Gaza
L’impegno civile e l’attivismo sociale dell'associazionismo filopalestinese
si pongono il nobile intento di solidarizzare e aiutare e soprattutto di
cercare di salvare un popolo da una condizione di brutale e indescrivibile
oppressione da parte di una nazione occupante e di una situazione perversa di
dominio da parte di uno strapotere prepotente e assassino.
Un Mosaico di pace di attivisti e
volontari e intellettuali "per ricomporre l'infranto"
Gaza vive ancora grazie a questo Mosaico di Pace attivista e alle tante
associazioni filopalestinesi che spendono e dedicano la vita a una causa nobile
e meritevole come è la sopravvivenza ed esistenza del popolo palestinese e di
tutti i popoli del mondo, nel filo rosso dell’amore per l’umanità intera.
L’impegno filopalestinese è un’attività costruttiva perché si prodiga e volge
verso gli altri e lotta per difendere la vita sopra ogni altra cosa e per
creare solidarietà e cercare voci, braccia, menti, cuori e persone al plurale
evitando il soggettivismo e l’individualismo.
Tutti uniti ci si salva e non da soli
Perché “solo tutti insieme ci si salva e non uno per uno”. E un ‘assolo’
riceverebbe più forza e spinta vitale compartecipando in percorsi collettivi e
plurali con tutti coloro che sono impegnati nella causa più alta della salvezza
dell’umanità.
La controinformazione e l'informazione
vera e autentica e sincera dell'attivismo per la Palestina
Le associazioni a favore della Palestina fanno informazione e
controinformazione, in quanto vi è necessità di raccontare la Palestina,
sfidando censure e compensando ciò che dovrebbero fare i grandi media.
Il sostegno a Gaza è una realtà
umanistica ancor prima che umanitaria
L'attivismo per la Palestina è una realtà umanitaria e anche umanistica, in
quanto riguarda l’essere umano, la sua vita, la cultura, le sue radici. È volto
a convertire l’io in un noi pluralista e solidale con tutti. Declinando il
singolo al plurale per vivere il dono dell’azione non alla maniera
individualistica di una sfida personale, ma come progetto compartecipato di
trasformazione che accomuna e rende liberi e felici e uguali, in cui anche il
singolo nutre gli ideali e l’animo più nobili, in quanto elimina l’egoismo che
vive in natura.
La salvezza di un popolo depredato e
dimenticato e umiliato
Una realtà importante insieme al mosaico di pace di tutti gli attivisti
impegnati per le cause della salvezza dei popoli dell’umanità e in particolare
di un popolo umiliato e depredato e sottomesso e massacrato come quello
palestinese.
Un popolo distrutto dallo strapotere di un governo occupante e criminale.
Ma la Palestina e Gaza hanno le risorse per R-esistere e gli attivisti per
la Palestina sono tra queste grandi opportunità.
Come può l'occidente far finta di non vedere ciò che avviene a Gaza, non dico molto perlomeno ai bambini? Benvengano i Brics e pure l'Iran se servirà a fermare il genocidio.
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