Linee guida del piano strutturale di Bilancio
E' solo questioni di giorni prima che il consiglio dei ministri approvi le linee guida del Piano nazionale strutturale di bilancio da cui partirà l'iter che porta al documento di Bilancio.
Fin da ora sappiamo che il Governo dovrà muoversi per ridurre il debito pubblico in rapporto al Pil, presentare il documento a Bruxelles, scongiurare gli interventi Ue e poi procedere con i tagli che saranno operativi una volta approvata la manovra di Bilancio dal Parlamento italiano.
Gli impegni assunti dal Governo Meloni saranno vincolanti anche per i futuri esecutivi a conferma dei margini esigui di agibilità e di manovra determinati dalle regole europee. Il tutto per ottenere i sette anni per il piano di rientro del debito. Ci attendono anni di sacrifici economici, di tagli di spesa che avranno ripercussioni immediate e negative sul welfare.
Non resta che tagliare le risorse alla Pa visto che tra stipendi e pensioni la spesa pubblica è agli occhi dell'Ue insostenibile assorbendo quasi il 30 per cento della spesa primaria. Per queste ragioni possiamo già ipotizzare alcuni scenari, vediamoli in estrema sintesi
- rinnovi contrattuali della Pa senza effettivo recupero del costo della vita
- mancate assunzioni nei vari comparti pubblici
- potenziamento della Fornero per scongiurare anticipi nell'uscita dal mondo del lavoro.
- mancato incremento delle pensioni minimi contrariamente agli impegni elettorali assunti
- rafforzamento del calcolo previdenziale con il solo sistema contributivo per tutti i versamenti effettuati (inclusi quelli antecedenti al 1994)
- obbligo di trasferire almeno il 25 % del TFR ad un fondo di previdenza integrativa
- riduzione di alcune agevolazioni fiscali ad esempio potrebbe rientrare in questi cambiamenti il welfare aziendale e le decontribuzioni per le assunzioni delle giovani madri
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