Il disastro economico e sociale delle politiche iperliberiste di Milei
Pubblicato il nuovo "Studio economico per l'America Latina
2024" della Cepal: il subcontinente nella palude della bassa crescita
strutturale e delle disuguaglianze
Il disastro economico e
sociale delle politiche iperliberiste di Milei
Il presente saggio è un approfondimento legato ad alcune
tematiche trattate il 15 agosto nell'ambito del dibattito alla "Festa
rossa" di Lari (Pisa) dal titolo "Dove sta andando il subcontinente
latinoamericano? (https://www.youtube.com/watch?v=iHrVaHjqcKw&t=45s) nel cui contesto ho esposto in
sintesi l'attuale panoramica politica e brevemente analizzato la congiuntura
economica. Un lavoro parziale sul quale ci proponiamo di ritornare
approfondendo, fra le varie, le cause della stagnazione latinoamericana.
La "stagnazione
secolare neocoloniale" latinoamericana
Il 13 agosto la Commissione Economica
per l'America Latina e i Caraibi delle Nazioni Unite (Cepal) ha pubblicato il
consueto "Studio Economico sull'America Latina e Caraibi 2024" nel
quale vengono analizzate in dettaglio la situazione economica e occupazionale
ed effettuate previsioni sull'andamento del subcontinente nel suo complesso,
nelle sue sub-regioni e nei 33 stati che lo compongono.
L'elemento saliente individuato dalla Cepal all'interno dello
studio risulta il perseverare della ormai decennale fase di lenta espansione economica
caratterizzata da scarsi investimenti produttivi, bassi livelli di crescita
della produttività del lavoro e ristretto spazio fiscale per l'attuazione di
politiche di ripresa macroeconomica, in primis gli investimenti produttivi
pubblici. Il tutto, come vedremo più avanti, in un contesto di incertezza a livello
globale.
In sostanza, il rapporto conferma l'analisi del sociologo
venezuelano Miguel Saavedra che, già da alcuni anni, aveva definito la
situazione economica latinoamericana come una fase di "stagnazione secolare neocoloniale che
inibisce ogni progetto di sviluppo indipendente per migliorare le condizioni di
vita della popolazione", rimarcando come il, mai modificato, modello ereditato dal
colonialismo, basato sull'economia estrattiva, abbia condotto il subcontinente
in una palude di bassa crescita difficilmente reversibile, in assenza di profondi
cambiamenti nella struttura produttiva. Infatti, il report indica come, in
America Latina e Caraibi, il tasso di crescita medio annuo del decennio
2015-2024 sia risultato del solo 0,9% (tab. 1 e 2) e che sussiste l'assoluta
necessità di "stimolare la crescita
per rispondere alle sfide ambientali, sociali e lavorative che attualmente si
trova ad affrontare". Ricchezza prodotta, aggiungiamo noi, da
trasformare in primis in investimenti produttivi pubblici tesi a rilanciare il
ruolo dello stato nell'economia, soprattutto nei settori strategici, e
nell'ampliamento dello stato sociale a beneficio principale dei ceti subalterni.
Tabella 1: tasso di variazione annua del Pil a prezzi costanti
in America Latina e Caraibi e nelle principali 6 economie. Dati rilevati dalla
Cepal nel periodo 2012-2018
America Latina e
principali 6 potenze economiche Variazioni percentuale
del Pil a prezzi costanti Anni 2012-2028 |
|||||||
|
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Anno |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
Brasile |
+ 1,9 |
2,3 |
+ 0,5 |
- 3,5 |
- 3.3 |
+ 1,3 |
+ 1,8 |
Messico |
+ 3,6 |
+ 1,4 |
+ 2,8 |
+ 3,3 |
+ 2,6 |
+ 2,1 |
+ 2,2 |
Argentina |
- 1,0 |
+ 2,4 |
- 2,5 |
+ 2,7 |
- 2,1 |
+ 2,8 |
- 2,6 |
Colombia |
+ 3,9 |
+ 5,1 |
+ 4,5 |
+ 3,0 |
+ 2,1 |
+ 1,4 |
+ 2,6 |
Venezuela |
+ 5,6 |
+ 1,3 |
- 3,9 |
- 5,7 |
- 8,0 |
- 15,7 |
- 19,6 |
Cile |
+ 6,2 |
+ 3,3 |
+ 1,8 |
+ 2,2 |
+ 1,8 |
+ 1,4 |
+ 4,0 |
America Latina e Caraibi |
+ 2,8 |
+ 2,9 |
+ 1,2 |
+ 0,2 |
- 0,9 |
+ 1,3 |
+ 1,1 |
Fonti:
Cepal
1) database
statistico per gli anni 2012 - 2019
https://statistics.cepal.org/portal/cepalstat/dashboard.html?theme=2&lang=es
Tabella 2: tasso di variazione annua del Pil a prezzi costanti
in America Latina e Caraibi e nelle principali 6 economie. Dati rilevati dalla
Cepal nel periodo 2019-2023 e previsioni 2024 effettuate a maggio e agosto.
America Latina e
principali 6 potenze economiche Variazioni percentuale
del Pil a prezzi costanti Anni 2019-2024 |
|||||||
|
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Dati rilevati Cepal |
Previsioni Cepal Maggio 24 |
Previsioni Cepal Agosto 24 |
Anno |
2019 |
2020 |
2021 |
2022 |
2023 |
2024 |
2024 |
Brasile |
+ 1,2 |
- 3,3 |
+ 5,0 |
+ 3,0 |
+
2,9 |
+ 2,3 |
+ 2,3 |
Messico |
- 0,2 |
- 8,0 |
+ 4,7 |
+ 3,7 |
+ 3,2 |
+ 2,5 |
+ 1,9 |
Argentina |
- 2,0 |
- 9,9 |
+ 10,4 |
+ 5,3 |
- 1,6 |
- 3,1 |
- 3,6 |
Venezuela |
- 28,8 |
- 30,0 |
- 3,0 |
+ 12,0 |
+ 3,0 |
+ 4,0 |
+ 5,0 |
Colombia |
+ 3,3 |
- 6,8 |
+ 10,7 |
+ 7,3 |
+ 0,6 |
+ 1,3 |
+ 1,3 |
Cile |
+ 1,1 |
- 5,8 |
+ 11,7 |
+ 2,1 |
+ 0,2 |
+ 2,3 |
+2,6 |
America Latina e
Caraibi |
+
0,1 |
- 6,8 |
+ 6,7 |
+ 4,0 |
+
2,2 |
+ 2,1 |
+
1,8 |
Fonti:
Cepal
1) database
statistico per gli anni 2019 - 2021
https://statistics.cepal.org/portal/cepalstat/dashboard.html?theme=2&lang=es
2) Studio
Economico su America Latina e Caraibi del 13 agosto 2024 per gli anni 2022-
2024
https://www.cepal.org/sites/default/files/pr/files/tabla_ee-2024_es.pdf
Un'analisi perfettamente in linea con
quella contenuta nel "Bilancio economico preliminare 2019"[i]
della stessa Cepal, pubblicato alla fine dello stesso anno, nel quale era
riportato che "la situazione macroeconomica degli ultimi
anni mostra una tendenza alla decelerazione dell'attività economica, con
una riduzione del prodotto interno
lordo pro capite, un calo degli investimenti, un minor consumo pro
capite, un minor numero di esportazioni e un deterioramento sostenuto della qualità
dell'occupazione".
Infatti, in base ai calcoli effettuati nell'anno in
questione, quindi non prevedendo l'impatto della crisi pandemica che si sarebbe
a breve scatenata, la Cepal affermava che il "settennio 2014-2020 segnerà la crescita più bassa degli ultimi 70 anni
per le economie dell'America Latina e dei Caraibi" con un tasso
medio annuo del solo +0,5% (grafico 1). In quel contesto la Cepal indicava,
infatti, per il 2019 una stagnazione del +0,1%, mentre per il 2020, ignari
della tempesta che di li a poco si sarebbe abbattuta sull'economia mondiale,
prevedeva per il subcontinente una bassa crescita del + 1,3%.
Se la situazione economica generale veniva dipinta come in
sostanziale fase di stagnazione per quanto riguarda il Pil nominale, il Pil pro capite dell’America Latina e Caraibi subiva
addirittura una contrazione del 4% tra
il 2014 e il 2019, a causa della maggior tasso di incremento della
popolazione rispetto a quello della ricchezza prodotta che, come visto, in
questo arco temporale è risultata strutturalmente bassa, scendendo anche in
recessione nel 2016 (tab. 1, ultima riga).
Grafico 1: Tasso di crescita del Pil media annuo per
settennio America Latina e Caraibi 1951-2020
La fase di stagnazione de facto che attanaglia l'America
Latina e i Caraibi ormai da almeno un decennio, sommata al ritorno delle destre
del 2016 col riaffermarsi in grande stile delle politiche neoliberiste ed
estrattiviste, non poteva non generare impatti negativi sul corpo sociale e, in
particolare, sui ceti inferiori, come risulta dallo studio della stessa Cepal
"Panoramica sociale 2019"[ii].
Prendendo in considerazione la povertà relativa e assoluta, che nel 2015
riguardavano rispettivamente il 30,1% e il 10,7% della popolazione della
macroregione, queste erano salite al 30,8% e all'11,5% nel 2018 con gli
squilibri socio-economici interni (misurati dall'indice Gini) in conseguente aumento.
Il ciclo economico in ulteriore
fase di rallentamento nel 2024
Le previsioni per il 2024 contenute
nel rapporto confermano la fase di debole crescita, +1,8% (tab. 2, ultima
colonna), che sta attraversando l'economia del subcontinente, evidenziando
anche una prospettiva di ulteriore rallentamento rispetto al già poco
confortante outlook della stessa
Cepal pubblicato nel maggio scorso che indicava per la macroregione un +2,1%
(tab. 2, penultima colonna). Scarso dinamismo economico che interessa
trasversalmente le varie sub-regioni latinoamericane: il Sud America si
conferma l'area in maggiore difficoltà sotto questo punto di vista con un
incremento del solo +1,5%, mentre per l'America centrale (istmica) e il Messico
è previsto un +2,2%, infine per l'area caraibica (Guyana esclusa) un apprezzabile
+2,6%.
Indubbiamente un passo indietro rispetto alle previsioni
pubblicate a maggio, nelle quali la Cepal rilevava che: "L'America Meridionale crescerà (nel
2024) mediamente dell'1,6%, l'America
centrale e il Messico del 2,7% e i Caraibi (Guyana esclusa) +2,8%", al
cospetto di una espansione dell'attività produttiva dell'intero subcontinente
del +2,1% (tab.3).
Tabella 3: previsioni di crescita del
Pil nelle sub-regioni latinoamericane per il 2024 effettuate dalla Cepal a
maggio e ad agosto 2024.
Previsioni
di crescita del Pil per il 2024 Fonte Cepal |
||||
Rapporto Cepal |
America Latina e Caraibi |
America centrale e Messico |
America caribica |
America Meridionale |
Maggio 24 |
2,1% |
2,7% |
2,8% |
1,6% |
Agosto 24 |
1,8% |
2,2% |
2,6% |
1,5% |
In quel contesto la Cepal confermava come alle difficoltà
strutturali latinoamericane si andava sommando anche un quadro economico
globale avverso: "L'America Latina
affronta uno scenario internazionale complesso, caratterizzato da crescita
dell'attività economica e del commercio al di sotto delle medie, insieme a
tassi di interesse che rimangono elevati nei paesi sviluppati, con conseguenti
costi di finanziamento più elevati per i paesi emergenti".
A livello di singoli paesi, fra le prime 6 economie
latinoamericane rileviamo come il Brasile si sia mantenuto su un dignitoso +2,5%
già previsto a maggio, mentre il Cile e il Venezuela evidenziano un
significativo incremento passando rispettivamente da +2,3% a +2,6% e da +4% a +5%.
Stabile, seppur molto contenuta, anche la previsione di crescita per la
Colombia a +1,3%, mentre il Messico ripiega da +2,5% a +1,9%, mantenendosi lievemente
al di sopra della media latinoamericana (+1,8%), ma al di sotto di quella della
propria sub-regione (+ 2,2%) (tab. 2 ultime 2 colonne).
L'argentina affonda
sotto i tagli del motosegatore Milei
Drammatica risulta invece la situazione
dell'Argentina che sotto la cura iperliberista del motosegatore di estrema
destra Javier Milei, al quale ha consigliato moderazione nei tagli persino il
Fmi, sta portando alla progressiva destrutturazione dell'economia del proprio
paese, già fiaccata dagli effetti del macroprestito di 45 miliardi di $ acceso
col Fmi dall'ex presidente di centrodestra Mauricio Macri nel 2018 (vedi tab. 1
e 2 riga Argentina).
Da quando Miliei, agli inizi dello
scorso dicembre, si è insediato alla Casa Rosada, i suoi provvedimenti da shock
economy stanno spingendo nel baratro l'economia argentina come ci conferma il
trend delle ultime 3 previsioni per il 2024 della Cepal: dicembre 2023 -1%,
maggio 2024 -3,1% e agosto -3,6%, con pesanti ripercussioni sociali dovuti
anche ai drastici tagli alla spesa pubblica.
Infatti, l'Osservatorio del debito
sociale argentino (Odsa) dell'Università cattolica argentina (Uca), che da
tempo rileva le condizioni socioeconomiche, nel rapporto pubblicato ad inizio
giugno evidenzia come la povertà sia passata dal 44,7% del terzo trimestre 2023
al 55,5% del primo di quest'anno, mentre, nello stesso arco temporale, la
povertà estrema (definita anche indigenza) quasi raddoppia dal 9,6% al 17,5%[iii].
La grave situazione sociale, soprattutto in relazione all'impennata
della povertà estrema, secondo gli analisti più attenti, sarebbe riconducibile
al vertiginoso aumento dei prezzi del paniere di base, dopo la svalutazione del
Peso del 50% nel tasso di cambio col Dollaro attuata a dicembre scorso da Milei
che, sommata all'abolizione del controllo sui prezzi, ha generato una brusca
impennata della già alta inflazione, raggiungendo, secondo l'Istituto Nazionale
di statistica argentino (Indec), nel mese di dicembre un incremento mensile congiunturale,
cioè rispetto al mese precedente, di ben il 25,5% per poi ripiegare al 13,2% a
febbraio[iv]
(grafico 2).
Grafico 2: istogramma tasso di inflazione congiunturale
mensile in Argentina nel periodo marzo 2023 - febbraio 2024. Fonte Indec
Sono stati in particolare i generi alimentari ad accusare i
maggiori incrementi con il prezzo del riso che è addirittura cresciuto del 950%
in un anno, seguiti dalle tariffe dei servizi di base come gas (300%) e acqua (200%),
oltre ai trasporti pubblici (60%)[v].
Aumenti che colpiscono soprattutto le fasce sociali inferiori, visti i loro
bassi redditi e l'elevata incidenza percentuale esercitata sugli stessi sia dal
paniere alimentare che dai servizi di base per la casa, tipologie di consumi che
gli economisti definiscono a "domanda anelastica".
In base agli ultimi dati pubblicati dall'Istituto Nazionale
di statistica argentino (Indec) il tasso di inflazione congiunturale nel mese
di luglio si è attestato al 4%, un valore ancora decisamente alto per un'economia
"normale" ma in fase di diminuzione rispetto ad inizio anno, tendenza
indotta prevalentemente dal brusco calo della domanda interna a causa
dell'impoverimento della popolazione che, duramente provata, si sta riversando
periodicamente nelle piazze argentine in oceaniche manifestazioni di protesta.
L'inflazione tendenziale annua nel mese di luglio, cioè rispetto al
corrispondente mese dell'anno precedente, ci informa l'Indec di essersi attestata
allo stratosferico livello del 263,4% (grafico 3), mentre quella cumulata da
inizio anno all'87,0%[vi].
Grafico 3: istogramma inflazione tendenziale annua in
Argentina, valori mensili periodo: agosto 2023 - luglio 2004. Fonte Indec
Il governo Milei, dopo diversi mesi
di attività non sembra in grado di frenare la corsa verso il baratro dell'economia
e della società argentina; infatti, in base ai dati in nostro possesso, nel
mese di giugno la manifattura argentina avrebbe utilizzato soltanto il 54%
delle proprie potenzialità, un valore addirittura inferiore rispetto a quello
del periodo del default del 2001.
Per quanto riguarda la produzione industriale, sempre l'Indec
ha reso noto che nello stesso mese, ha subito una diminuzione tendenziale
annua, vale a dire rispetto al giugno 2023, del 19,5% e su base congiunturale, vale dire rispetto
al mese precedente, del 5,7% determinando il tredicesimo mese consecutivo di
flessione, la striscia negativa più lunga dalla crisi di inizio millennio.
La grave crisi economica e sociale
che sta attraversando il paese è testimoniata anche dalla preoccupante diminuzione
degli acquisti nella grande distribuzione, che secondo il quotidiano argentino
Pagina 12, hanno raggiunto il 16,1% a luglio su base tendenziale annua e il 4%
su quella mensile congiunturale, risultando quindi in fase di accentuazione.
La totalità dei consumi, invece, nei primi sette mesi
dell'anno si è ridotta del 9,4% a causa della diminuzione del potere di
acquisto di pensioni, salari e stipendi, dell'aumento dei tassi di interesse e
dalla diminuzione delle retribuzioni dei lavoratori pubblici, oltre ai
licenziamenti di massa nel settore statale[vii].
Tali provvedimenti con l'aggiunta dei tagli alla spesa sociale e dei sussidi
per le frange più in sofferenza della popolazione, non sta provocando solo un
disastro economico e sociale ma, sta determinando anche una rimodulazione del
reddito nazionale a favore dell'oligarchia imprenditoriale e dei settori legati
alla rendita finanziaria e fondiaria e a detrimento dei ceti sociali inferiori.
Sviluppi ampiamente previsti, al di là della retorica
populista di Milei che aveva promesso un futuro roseo per l'Argentina dopo i
disagi del passato, in quanto il neopresidente sta applicando una politica
pedissequamente in linea con i dettami neoliberisti della scuola degli
economisti di Chicago che dagli anni '70 del secolo scorso ha creato
inenarrabili disastri nel subcontinente, ed i cui effetti, come dimostrano le
evidenze di una nutrita letteratura accademica, generano esclusivi vantaggi ai
poteri forti interni e internazionali, i veri riferimenti del "progetto
Milei".
Andrea Vento
- 25 agosto 2024
Gruppo
Insegnanti di Geografia Autorganizzati
[i] "Studio
economico preliminare dell'economia dell'America Latina e dei Caraibi
2019". Cepal
https://www-cepal-org.translate.goog/es/publicaciones/45000-balance-preliminar-economias-america-latina-caribe-2019?_x_tr_sl=es&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc
[ii]
"Panoramica sociale dell'America Latina 2019"
Questa edizione del Panorama Sociale dell'America Latina
analizza l'evoluzione della povertà e della povertà estrema, la disuguaglianza
della redditività e della spesa sociale in America Latina, oltre alla questione
della migrazione.
https://www.cepal.org/es/publicaciones/44969-panorama-social-america-latina-2019
[iii] Al 55%
nel 1° trimestre 2024 la povertà in Argentina
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2024/06/04/al-555-nel-1o-trimestre-2024-la-poverta-in-argentina_5ce51288-6785-48c7-88f1-c20f34fd5ac7.html#:~:text=Al%2055%2C5%25%20nel%201,%2D%20America%20Latina%20%2D%20Ansa.it
[iv] Info
mercati esteri. Il quadro macroeconomico dell'Argentina
https://www.infomercatiesteri.it/quadro_macroeconomico.php?id_paesi=36#
[v] Il
metodo Milei. L'Argentina alla prova della motosega
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/milei-4-mesi-motosega-cultura-economia-poverta
[vi] Indice
dei prezzi al consumo luglio 2024 - Indec
https://www.indec.gob.ar/uploads/informesdeprensa/ipc_08_24A32B39CB9C.pdf
[vii] Dati
economici drammatici dell'Argentina di Milei
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/16/dati-economici-drammatici-dallargentina-di-milei-industria-come-ai-tempi-della-pandemia-consumi-in-caduta-libera/7660372/
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