Il ministro non perdona!!

 

Il ministro non perdona

La pagina Instagram del ministro Sangiuliano, mercoledì 7 agosto, ha pubblicato un post per annunciare la nascita del comitato incaricato di celebrare i 2500 anni di Napoli. Il post attualmente online però era stato preceduto da un altro contenuto, in cui si poteva leggere che la città esisteva da 2 secoli e mezzo. Trattasi di un mero errore di scrittura e in tal caso sarebbe accettabile da una pagina istituzionale? 

Decisamente no, figure politiche come quelle dei ministri solitamente si affidano a professionisti e professioniste di alto livello proprio per il ruolo che ricoprono. Tuttavia, l’errore è sempre dietro l’angolo, in tutti i lavori del mondo ma se andiamo ad analizzare le pagine social del Ministro della Cultura fino ad ora non si rilevano errori come quello di Napoli.  E allora perché questo caso ha fatto così scandalo? 

Beh Sangiuliano non è nuovo agli strafalcioni, dai libri premiati senza averli prima letti, alla confusione tra New York e Londra fino a Cristoforo Colombo che riprende le teorie di Galileo Galilei nato quasi un secolo dopo la scoperta delle Americhe. Quindi è comprensibile che l’errore risenta di un comprovato passato da gaffeur del Ministro, ruolo per altro contestatogli urbi et orbi. Questa storia, tuttavia, lascia un riso amaro e dopo aver eliminato il post sbagliato e  pubblicato quello giusto la medesima pagina riporta una dichiarazione del ministro:

L’errore sul mio profilo Instagram, relativo alla nascita del Comitato nazionale “Neapolis 2500” evidentemente è del mio social media manager. Per questo ho accettato le sue dimissioni.

È vero, un SMM ha una certa responsabilità di quello che viene pubblicato e risponde direttamente a determinati errori, in questo caso aver pubblicato una notizia storicamente infondata. Ma lo abbiamo detto e lo sottolineiamo, l’errore è contemplabile in ogni tipo di lavoro. 

Per Sangiuliano no o per lo meno non per il suo SMM. Tanto da sentirsi in dovere di far sapere che un lavoratore ha deciso di dimettersi e che lui ha ritenuto la scelta giusta. Utilizzo strumentale della comunicazione, che cosa voleva dimostrarci il ministro? Che chi sbaglia paga? Da che pulpito, basterebbe solo questo per rispondere al ministro. Si noti che i post IG di Napoli e dell’annuncio delle dimissioni sono ora impossibili da commentare. Forse perché la community stava ampiamente rispondendo a tono al ministro e il diritto di replica non è ammesso?

Un lavoratore si trova ora senza occupazione e salario ma qualora si sia trattato di un mero errore non è forse ipotizzabile che diventi il capro espiatorio di ben altre esternazioni del recente passato?

Noi non sappiamo niente del SMM di Sangiuliano, se era un dipendente o un libero professionista, se lavorava per un’agenzia incaricata dal Ministero di seguire la pagine social e la comunicazione in generale (un po’ di trasparenza non guasterebbe). 

Quello che possiamo costatare con i nostri occhi è l’aver voluto spettacolarizzare un errore, sicuramente molto meno grave di quelli che hanno caratterizzato per mesi la comunicazione dello stesso Ministro che da quando è entrato in carica ha parlato di beni culturali solo in occasione di celebrazioni ed eventi. 

E ancora più grave il fatto che Sangiuliano non voglia volersi sedere ad un tavolo con sindacati e associazioni di categoria per parlare del vero grande errore presente nella cultura in Italia: il lavoro, sempre più precario e povero. 

Confederazione Unitaria di Base Pisa

 

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