Le notizie da ANBAMED Sabato 17 agosto 2024

 Le notizie da ANBAMED Sabato 17 agosto 2024


Genocidio a Gaza


Continui ordini di evacuazione da Khan Younis e da Deir El-Balah.

Dall’alba sono in corso bombardamenti con caccia, droni e artiglieria navale e terrestre su tutte i centri abitati e campi profughi nella Striscia.

Secondo i rapporti giornalistici, dalla mezzanotte sono stati uccisi almeno 36 persone.


Il Commissario ONU per i diritti umani, Folker Turk, ha commentato il superamento dei 40 mila uccisi a Gaza, sostenendo che si tratta di un “periodo nero per il mondo intero. In media sono stati assassinati circa 130 persone al giorno per mano dell’esercito israeliano negli scorsi 10 mesi. Sono stati rasi al suolo case, ospedali, scuole e luoghi di culto. Tutto questo è scioccante”.


Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.


Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco. 


Situazione umanitaria

Registrato caso di polio a Deir El-Balah. Ne è affetto un bambino di 10 mesi che non aveva ottenuto nessuna dose di vaccini.


L’Unicef ha dichiarato che non è possibile organizzare la campagna di vaccinazione senza un cessate il fuoco.


Cisgiordania

Un attacco con spari contro un insediamento coloniale illegale vicino a Tulkarem. I palestinesi che hanno attaccato le case sono riusciti a far perdere le proprie tracce. Posti di blocco dell’esercito di occupazione in tutta la zona.


A Yaabu,, vicino a Jenin, le truppe hanno tentato di entrare nella cittadina, ma sono state affrontate da lancio di pietre e bombe molotov. Rastrellamento israeliano a Tulkarem, accerchiata una casa con ingenti truppe e arrestato un padre e suo figlio.


Incursione e arresti durante rastrellamenti a Nablus e Burqa.  


Colonialismo israeliano

L’attacco dei coloni ebrei israeliani a Geit (Jit, in altre trascrizioni), in Cisgiordania, con un morto, diversi feriti e decine di auto bruciate e una palazzina divorata dalle fiamme appiccate dai 100 estremisti, viene presentato da un sito RAI con il titolo: “Attacco ai coloni israeliani” . 

(Il sito online è di Rai news.it Il titolo dell'articolo è questo: "Attacco ai coloni in Cisgiordania, un'auto bruciata e un morto: l'assalto al villaggio di Jit." Ma poi l'articolo comincia così: "Coloni israeliani hanno attaccato un villaggio palestinese vicino alla città di Qalqilya, nella Cisgiordania occupata, uccidendo almeno una persona..." Perchè allora questo titolo? Ma i giornalisti leggono poi quello che scrivono? 

Tutto il mondo ha condannato questo terrorismo dei colonialisti israeliani, affiancati dall’esercito. Come abbiamo scritto nella notizia nel numero di Anbamed di ieri, uno dei feriti palestinesi è stato colpito da una pallottola dell’esercito. Dopo le condanne di tutte le diplomazie e la richiesta da parte dell’ONU di protezione della popolazione palestinese, il premier e il presidente israeliani hanno pubblicato commenti di condanna del pogrom. Lacrimi di coccodrillo, per ottenere citazioni sulla stampa mondiale e “abbellire” l’immagine di Israele. Operazione propagandistica riuscita, perché tutte le agenzie mondiali danno alle loro false parole uno spazio preminente, oscurando le accuse delle autorità palestinesi.


Libano

Sei civili uccisi in un bombardamento israeliano su Nabatie, nel sud Libano. L’attacco è avvenuto poco dopo mezzanotte con bombe sganciate dai caccia. Una palazzina abitata da 6 famiglie è stata rasa al suolo.


Le diplomazie dei paesi Nato, Francia e USA, guarda caso, non fanno pressioni su Tel Aviv per bloccare i suoi attacchi sul territorio libanese. Il solito doppio standard.


Prigionieri

Una nuova testimonianza di un medico militare israeliano al quotidiano di Tel Aviv Haaretz. Il medico, che non viene pubblicato il suo nome, ha lavorato lo scorso inverno al famigerato campo di concentramento e di sterminio di Sdi Teiman, nel deserto del Negev. “I malati e feriti palestinesi erano in tende, su dei letti metallici, con mani e piedi legati alla struttura del letto e gli occhi bendati”, ha affermato e poi ha aggiunto: “questi detenuti ricoverati erano completamente nudi tranne da pannolini. Nella struttura non c’era nessun chirurgo”.


Il medico fa infine una riflessione sulla situazione: “Al momento sembrava a noi medici che tutto ciò era normale, soltanto dopo, ragionando a mente ferma, mi sono reso conto che quello che subivano questi detenuti era una tortura, una violenza gratuita. Una persona con una pallottola in pancia dovrebbe essere ricoverata in chirurgia ed estratta la pallottola, non legato mani e piedi al letto. Non sapevamo i loro nomi, ma soltanto numeri (come i campi nazisti? NdR), non ci vedevano e non potevamo comunicare con loro a voce, perché molti non parlavano l’ebraico”.  


Trattative

“Queste trattative sono inutili, perché servono a far guadagnare tempo a Netanyahu”. È il giudizio tranchant di un esponente di Hamas vicino al negoziato concluso ieri a Doha, in Qatar.


Alla conclusione del secondo giorno, ieri, le delegazioni de Il Cairo, Doha e Washington hanno emesso un comunicato diplomatico che parla del clima serio e positivo, ma omette di entrare nel merito delle questioni sul tappeto e annuncia la ripresa delle trattative prima della fine della prossima settimana.


Il presidente Biden si dice ottimista e minaccia tutti coloro che intendono ostacolare il rilascio degli ostaggi o far esplodere un conflitto generalizzato nella regione. Oggetto delle minacce Hezbollah in Libano e il governo iraniano. Nessuna menzione dei bombardamenti quotidiani che stanno uccidendo decine di palestinesi a Gaza.


La seconda giornata delle trattative ieri a Doha non ha portato ad un accordo. “Entro la prossima settimana ci sarà un altro round al Cairo”, annuncia la Casa Bianca che ha spedito Blinken a Tel Aviv e forse dopo anche al Cairo e Doha. Le condizioni di Netanyahu di non ritiro da Gaza bloccano qualsiasi accordo. La stampa egiziana scrive che il capo dei servizi del Cairo, Abbas Kamel, ha fatto una sfuriata alla delegazione israeliana quando aveva avanzato le nuove richieste del premier di Tel Aviv. “Voi non volete pacificare la zona e intendete far scoppiare una guerra disastrosa”. Al-Jazeera riporta che il primo ministro Al-Thany ha chiamato giovedì il presidente iraniano, pregandolo di non agire militarmente in questa fase per dare una chance alle trattative in corso.


Sono due versioni diametralmente opposte sull’andamento del negoziato. Biden e Netanyahu hanno bisogno di parlare al proprio elettorato, il primo, e alla coalizione governativa, il secondo.  


Secondo rivelazioni della stampa USA, lunedì scorso era arrivata ai negoziatori egiziani e qatarioti una lettera di Senwar. Il capo politico e militare di Hamas avrebbe scritto che le nuove condizioni di Netanyahu (il non ritiro da Gaza alla conclusione della prima fase delle trattative) bloccheranno qualsiasi sviluppo. “Fino a quando l’esercito bombarda la popolazione di Gaza non sarà rilasciato nessun prigioniero israeliano nelle nostre mani”, avrebbe scritto. Ma non c’è conferma da fonti del Cairo e di Doha.


Le sorti del negoziato sono appese al viaggio di Blinken che sta compiendo in queste ore verso Tel Aviv. Ma finché Washington continua a foraggiare Israele con miliardi di dollari in armamenti, sarà difficile che gli inviti alla moderazione saranno ascoltati dal criminale di guerra Netanyahu.


Solidarietà

Una grande manifestazione di solidarietà con la Palestina a Sanaa, in Yemen. Vi ha partecipato più di un milione di persone, in risposta all’appello del capo degli Houthi, Abdel-Malek. “Dopo la preghiera collettiva del venerdì, scrive l’agenzia Al-Massira, un milione di persone si sono radunate innalzando le foto del martire Ismail Hanie e del capo di Hamas Senwar”.  


Sudan

Più di 80 morti nella provincia di Sennar, a sud di Khartum, in seguito ad un attacco delle truppe di Pronto Intervento del generale Hamidati. Le informazioni sono sorrette da testimonianze di medici che hanno curato i feriti. Un giovane ferito ha raccontato ad un giornalista locale la dinamica dell’attacco: “Un gruppo di uomini armati, su tre veicoli militari, è entrato nel nostro villaggio di Gialgani. Volevano saccheggiare le case, ma la popolazione si è opposta. Hanno sparato uccidendo molte persone e poi si sono ritirati. In serata sono ritornati con altre truppe di supporto, su una decina di auto militari con sopra montate mitragliatrici pesanti. Hanno sparato all’impazzata, causando una carneficina, e hanno appiccato il fuoco nelle case. Non parlavano arabo. Erano mercenari”.


Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, cinque mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Le truppe ucraine hanno fatto saltare un ponte in Kursk. L’evacuazione della popolazione russa diventa più difficile.

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