Liste di attesa negli ospedali? Se la cavano con 100 euro all'ora

 Liste di attesa negli ospedali? Se la cavano con 100 euro all'ora

a cura della Cub Pubblico impiego di Pisa

 

La Regione Toscana annuncia di avere trovato un accordo con le organizzazioni sindacali per i nuovi indirizzi trasmessi alle aziende sanitarie ed ospedaliere 

“La sanità pubblica che vogliamo – dichiara il presidente della Toscana, Eugenio Giani - valorizza i propri medici e lavoratori"

La sola valorizzazione per noi resta assicurare organici adeguati e strumenti di lavoro all'avanguardia, strutture in grado di accogliere i cittadini bisognosi di cure senza sottoporsi al calvario di lunghe attese.

Dovrebbe essere compito del Governo ma anche degli Enti locali ai quali spetterebbero scelte coraggiose e di aperto contrasto alle politiche di smantellamento progressivo del Sistema sanitario nazionale.

Prova ne sia che per la sanità oggi il nostro paese spende assai meno di altri paesi Ue e la scelta di depotenziare le strutture pubbliche favorisce il privato rendendolo senza dubbio attrattivo anche agli occhi della cittadinanza

La soluzione prospettata dalla Toscana è di accrescere la produttività aggiuntiva invece di sfidare direttamente il Governo con un piano assunzionale capace di andare ben oltre i tetti di spesa

Pagare  cento euro l’ora i medici che contribuiranno al contenimento delle liste d’attesa, opteranno per il pronto soccorso o per le aree periferiche della Toscana non è certo una soluzione accettabile, fosse per noi tutto il personale sanitario beneficerebbe di ben altri stipendi rispetto alla miseria attuale. Ma non sono i soldi offerti il problema ma la pretesa che questa scelta sia invece risolutiva in una sanità nella quale si va potenziando l'intra moenia e dove cresce la tendenza di aggiungere al lavoro pubblico prestazioni a pagamento nel privato.

Non  sarà l'incremento del salario accessorio la soluzione del problema se gli ospedali continueranno ad essere congestionati e con poco personale a disposizione, se non verra' affrontato il problema dei carichi di lavoro crescenti, se in estate alcuni reparti vengono accorpati per carenza di personale, se la attesa per una visita al pronto soccorso diventa infinita o se perfino i locali di accoglienza della utenza risultano troppo angusti per accogliere i bisognosi di cure.

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