Un passo decisivo verso la nascita della Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660

 Anche questa volta, oltre le previsioni. La riunione on line di ieri, domenica 4 agosto, ha infatti ulteriormente allargato le adesioni e meglio definito il percorso verso la formazione di una Rete nazionale contro il DDL 1660 e i precedenti decreti sicurezza, per la libertà di lottare contro le guerre del capitale e l’economia di guerra, contro il genocidio a Gaza; in difesa dei picchetti operai e del diritto di sciopero; di lottare contro la precarietà, contro le grandi opere, le cause della crisi climatica, il saccheggio del territorio, le speculazioni energetiche; in difesa del bisogno umano fondamentale di avere una casa; per la libertà di manifestare nelle piazze contro le politiche sessiste e razziste; per la libertà di protestare dentro le carceri contro la catena infinita delle vessazioni e dei soprusi compiuti dalla polizia penitenziaria e dalla magistratura, in specie contro gli immigrati e le immigrate, per l’ampliamento delle misure alternative; per l’elementare libertà di “dissentire” e di contro-informare, etc. – insomma in difesa organizzata delle basilari libertà democratiche conquistate dalla classe lavoratrice e dai movimenti sociali in secoli di lotte e di sacrifici.

Rispetto alla prima assemblea on line del 21 luglio, le adesioni si sono allargate ad una molteplicità di Comitati contro la speculazione energetica operanti in Sardegna e in Calabria e all’Associazione Libertade, ai Blocchi precari metropolitani di Roma, alla Cub di Pisa, al Comitato No Tav di Trento, al Comitato disoccupati e precari Dobbiamo vivere di Torino, al Comitato permanente contro le guerre e il razzismo di Marghera, a Donne per la Palestina di Vicenza, al PCL; mentre tutte le presenze attive più significative del giorno 21 sono state confermate – dai GPI ad Handala all’area dei compagni/e anarchici/e del Trentino, dai ferrovieri della Cub al SI Cobas a SGB, da Ultima generazione all’Osservatorio repressione al Comitato 23 settembre, dal FGC ad Antudo al CPA di Firenze alla Rete dei comitati di Lotta di Roma e Viterbo. Inoltre erano presenti anche diversi altri organismi come semplici “osservatori”.

Dalla riunione è uscita pienamente confermata l’urgente necessità di unire le forze per fronteggiare il salto di qualità della repressione statale che ha preso corpo nel liberticida DDL 1660 Piantedosi-Nordio-Crosetto. Un DDL scritto sotto dettatura dei gabinetti di guerra italiano, europeo e NATO, che rappresenta un attacco a tutte le realtà e le esperienze di lotta attualmente in piedi, e crea strumenti giuridici utili a prevenire le future lotte, colpendo anche la semplice manifestazione del pensiero-contro, il “terrorismo della parola”. Nell’introduzione di un compagno della TIR – così come negli interventi di Iskra e del Movimento 7 novembre – si è insistito proprio sull’importanza di coordinare tutte le forze disponibili a battersi, perché nessuna di esse, anche di quelle numericamente più consistenti, può mettere in campo la forza indispensabile a fermare l’approvazione della legge, e a condurre una campagna a larghissimo raggio di spiegazione e denuncia di essa rivolta ad un vasto pubblico di lavoratori/lavoratrici, studenti e “persone comuni”.

Ecco perché al centro dell’assemblea c’è stata la proposta, condivisa dalla quasi totalità degli interventi, di costituire una Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660 che coordini in modo stabile tutti i collettivi, gli organismi, le organizzazioni che hanno accolto la nostra chiamata. Naturalmente l’adesione è libera, e proprio per questo vincola chi aderisce, al lavoro di propaganda, agitazione e organizzazione che insieme andremo a decidere nelle prossime settimane.

Gli organizzatori e una serie di interventi hanno messo in chiaro che non si tratta di creare un semplice comitato di difesa contro la repressione ed eventualmente una cassa di resistenza, compito comunque essenziale, ma di coordinarsi per difendere l’agibilità e dare ossigeno ai (per ora limitati) fenomeni di conflittualità proletaria e sociale in corso, mettendo in contatto esperienze di lotta che sono rimaste finora isolate e reciprocamente estranee, benché tutte – in una maniera o nell’altra – colpite dagli organi della repressione statale. Proprio il rilancio delle lotte e la loro convergenza in un fronte unico anti-capitalista è il più efficace argine all’attuale attacco del governo Meloni portato tramite il DDL 1660 e prassi poliziesche e amministrative che ne anticipano i dettami.

Largamente condivisa è stata anche la certezza che – data la profondità delle spinte verso la guerra e delle ferree regole di un’economia di guerra – la questione della repressione delle lotte non ha nulla di contingente. Da tempo tutte le democrazie occidentali si stanno blindando contro il conflitto di classe e i conflitti sociali quasi sempre in nome di eventi “eccezionali”, e la tendenza, che si sta inasprendo in modo accelerato, non riguarda solo il DDL 1660 – l’intervento di un compagno di Pagine marxiste ha ricordato, ad esempio, che è in campo anche un disegno di legge, ispirato chiaramente alla hasbara che intende punire tutte le manifestazioni di “anti-semitismo”, cioè di critica allo stato colonialista di apartheid di Israele.

Bisogna pertanto prepararsi ad una battaglia di lunga durata, aspra, ad ampio raggio, ed ancora una volta torna centrale l’unità delle forze.

Il piano di lavoro nell’immediato proposto dagli organizzatori prevede per sabato 7 settembre un momento di formazione nel quale l’ex-magistrato Livio Pepino, gli avvocati Marina Prosperi ed Eugenio Losco, e l’Osservatorio repressione, dopo un inquadramento di tutta la serie dei decreti sicurezza e della logica che li collega, sezioneranno il DDL 1660 per consentire al più largo numero possibile di attivisti/e di impadronirsi di tutti gli aspetti essenziali di esso (inclusi i dettagli), in modo da favorire la più completa ed efficace propaganda ed agitazione verso la “grande massa”. La modalità di questo seminario sarà mista: in presenza e on line.

Nella stessa giornata ci sarà la riunione costitutiva in presenza della Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660 (il nome è ancora provvisorio, la decisione di costituirla no). Entro la settimana invieremo a tutti/e una bozza di “manifesto” che, sulla base delle due riunioni fatte, condenserà i punti comuni di analisi e di iniziativa emersi, e resterà aperta per una settimana alle proposte di modifica.

C’è stata, poi, un’ampia discussione sul rapporto tra l’iniziativa nazionale di un corteo a Roma prima dell’approvazione del DDL e le iniziative territoriali o di singole componenti della Rete, e sugli strumenti di agitazione e di lotta a cui ricorrere. Il succo è questo: tutte le iniziative territoriali o di singole componenti della Rete sono non solo benvenute, ma essenziali per far crescere sulla scala più ampia possibile l’opposizione al DDL e al governo Meloni che l’ha concepito con i suoi tre ministri della guerra esterna e della guerra interna, a condizione che non vadano a confliggere con le date delle iniziative nazionali, e che in esse si menzioni e si valorizzi l’esistenza e l’attività della Rete.

Tra queste iniziative alcuni interventi hanno sottolineato l’importanza che l’azione di denuncia si articoli unitariamente nei luoghi di lavoro/nelle piazze e all’interno delle carceri e dei CPR dove le condizioni di “vita” diventano sempre più insopportabili, e le proteste, dalle battiture fino ai gesti più estremi, si moltiplicano, mentre altri interventi hanno portato l’attenzione sulle proteste nelle università chiamate in autunno ad “alzare il tiro” per riuscire a piegare gli organi di governo degli atenei a decisioni che sono riusciti finora, quasi ovunque, ad evitare, e sulla necessità di integrare queste proteste nell’opposizione al DDL 1660.

Diverse sono le iniziative territoriali o di singole componenti delle due assemblee annunciate come già in programma: in agosto, momenti di formazione di Ultima generazione; il 4 settembre un’iniziativa dei BPM a Roma; il 21 settembre una manifestazione indetta dal CPA a Firenze “No al comando Nato, alla guerra e all’economia di guerra”; il 29 settembre un’assemblea contro il DDL 1660 a Bologna, promossa dal SI Cobas; il 28 ottobre a Napoli una manifestazione in coincidenza con l’apertura del maxi-processo contro 43 proletari/e e compagni/e del Movimento di lotta per il lavoro 7 novembre, SI Cobas e Laboratorio politico Iskra.

Di particolare rilievo la proposta del SI Cobas di andare ad uno sciopero generale contro il DDL 1660, subito raccolta nell’assemblea dal rappresentante di SGB, e da diversi interventi che hanno enfatizzato l’importanza dei momenti di sciopero e di azione diretta contro singoli, precisi bersagli, sul modello di quanto avvenuto nei mesi scorsi in solidarietà con la Palestina (contro le imprese Leonardo, Mekorot, Fincantieri, i traffici di armi per Israele, le collaborazioni tra università, etc.) e nelle proteste ecologiste e contro le grandi opere.

Nel corso dell’assemblea è stata presentato l’appello alla solidarietà internazionale lanciato dai compagni argentini del Polo Obrero e del Partido Obrero a difesa dei militanti del Movimento piquetero e del Polo Obrero colpiti da una provocatoria inchiesta politica voluta dal governo Milei nel tentativo di indebolire la punta più avanzata dell’opposizione di classe e popolare al “piano motosega” ferocemente anti-proletario del nuovo governo e del FMI.

Infine, è stata creata una email per le comunicazioni e lo scambio di materiali: fermiamoidecretisicurezza@gmail.com

Una volta gettate le basi per la nascita della Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660, viene ora il tempo di passare dalle parole ai fatti.

[Report sull’assemblea on line di domenica 4 agosto, a cura del Movimento 7 novembre, Laboratorio politico Iskra, Tendenza internazionalista rivoluzionaria]

Un passo decisivo verso la nascita della Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660 – Il Pungolorosso

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