Appalti : un fiume di soldi in arrivo

La questione degli appalti è dirimente non solo per il capitalismo italiano ma anche per la forza lavoro. In queste settimane stanno di fatto rinegoziando gli appalti secondo logiche predatorie con ribasso dei costi e inevitabili ripercussioni negative sulle ore contrattuali, sulle retribuzioni e sui futuri contributi previdenziali.

Di questo non parleremo mai abbastanza, il problema non è solo l'attacco sferrato alle normative anticorruzioni per agevolare gli affidamenti diretti, parliamo di tanti soldi che alla fine saranno spartiti tra aziende senza alcuna certezza sulle condizioni lavorative e retributive.

E una eventuale revisione del codice degli appalti non andrà a limitare il trionfo dell'impresa e della autonomia organizzativa degli imprenditori nel nome dei quali hanno fatto una autentica carneficina occupazionale e dei diritti acquisiti.

Nei mesi del contagio il rinnovo di tanti appalti ma anche il bandire nuove gare è stato praticamente fermo, le proroghe stanno avvenendo secondo la logica del ribasso per scaricare l'onere dei licenziamenti sugli appaltatori quando saranno nuovamente possibili le procedure dei licenziamenti collettivi. E nella logica del ribasso di inserisce anche il fenomeno corruttivo come dimostra l'aumento delle interdizioni antimafia che qualcuno vorrebbe invece limitare proprio in nome della ripresa economica

E la strategia sindacale non potrà essere quella di rinviare da metà Agosto a fine dicembre il divieto dei licenziamenti, questa prassi difensiva e concertativa nel migliore dei casi rinvierà la questione  a manovra economica autunnale approvata quando nel frattempo le autorità europee torneranno alla carica per rivendicare il ritorno ai patti di stabilità.

Che fare allora?
  • Tra i punti salienti di un programma minimo di classe dovremmo includere la questione contributiva e retributiva degli appalti, scongiurare  i ribassi, impedire il sub appalto e salvaguardare almeno i posti di lavoro ma per fare tutto cio' occorre una prassi conflittuale e non attendista come quella di cgil cisl uil. Negli appalti dovremmo inserire non clausole generiche di salvaguardia ma elementi ben precisi  a tutela della forza lavoroe non aggirabili in nome della autonomia delle impresa
  • Poi c'è in ballo la riforma della pubblica amministrazione (numerosi appalti sono appunto pubblici) e anche su questo terreno i sindacati di categoria sono silenti accontendosi di acritiche difese dello smart working tacendo sulle decurtazioni economiche in corso d'opera.
  • Diventa allora dirimente entrare nel merito del decreto semplificazioni, degli interventi governativi, delle proposte avanzate dalle associazioni datoriali senza mai perdere di vista l'aspetto del lavoro, dei contributi, dell'occupazione per contrastare subappalto e ribassi.

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