Appunti per il diritto sociale alla salute

Le disuguglianze economiche producono anche differenze marcate nell'accesso all'istruzione, alla sanità, sono ostacolo a esistenze dignitose.

Per quanto se ne dica sono proprio i diritti sociali le vittime sacrificali dello stravolgimento della Carta Costituzionale ammesso poi, ma non concesso, che la Carta sia stata sufficiente a garantire uguaglianze reali dentro un sistema economico e sociale basato sullo sfruttamento della forza lavoro e sulla marginalizzazione\criminalizzazione delle classi sociali meno abbienti.

E' arrivato il momento di un vero bilancio dell'operato del Servizio Sanitario nazionale, dalla riforma del 1978 ai nostri giorni, senza omissioni e sconti.

Le aziendalizzazioni delle articolazioni locali sono state fortemente volute dai dettami di Maastricht per il raggiungimento del pareggio di bilancio che a sua volta è stato reso possibile dal forte contenimento della spesa, dalle spending review che hanno investito gli appalti legati alla sanificazione e igienizzazione.

Quando si chiudono strutture sanitarie e ospedaliere, quando i posti letto in 30 anni diminuiscono drasticamente, quando per anni non si assume il personale sanitario depotenziando la medicina di base e preventiva, quando perfino i laboratori di analisi hanno carenze di personale, allora la debacle della sanità pubblica è dietro l'angolo e una infezione da Covid puo' provocare in poco piu' di 4 mesi 35 mila morti, migliaia di contagi nei luoghi di lavoro e nelle case popolari.

Una campagna sulla sanità non puo' eludere le questioni di cui sopra, se lo facesse rischierebbe di non individuare i problemi reali che hanno portato al ridimensionamento delle strutture pubbliche e alla perdita sostanziale di un diritto universale come quello alla cura e alla salute.

Negli ultimi 15 anni le esigenze del pareggio di bilancio hanno avuto la meglio sui diritti sociali come quello alla salute, anzi il pareggio di bilancio partiva proprio dalla distruzione di quel carattere universale, gratuito e accessibile per tutti\e.

E' dal 1992 infatti che i servizi erogati devono essere compatibili con le risorse disponibili, quindi se si tagliano fondi anche la prevenzione e la cura saranno a loro volta fortemente ridimensionati.

Nel 1999 sono poi arrivati i Lea, i livelli essenziali e uniformi di assistenza ma con il tempo si sono dimostrati del tutto inadeguati a garantire l'accesso a molte prestazioni sanitarie ragione per cui ogni critica costruttiva non potrà che rivendicarne la radicale e profonda trasformazione visto che i Lea sono rapportati al pareggio di bilancio e alle esigenze della Finanza pubblica (leggasi riduzione di spesa).

Altri danni, incalcolabili, sono arrivati a partire dal 2000 , con il federalismo , alcune Regioni hanno potuto avviare processi di privatizzazione o di ridimensionamento dei servizi sanitari pubblici scegliendo la costosa, e spesso improduttiva, strada delle convenzioni con il SSN.

Lo Stato stabiliva i finanziamenti necessari per i Lea e scaricava ogni patata bollente sulle Regioni che dovevano prevedere servizi in base ai fondi assegnati pena scivolare verso il dissesto finanziario.

Ma oltre a essere inappropriati per garantire il diritto alla salute, i Lea finivano con stabilire dei parametri che nel corso del tempo si sono dimostrati del tutto insufficienti e inadeguati come dimostra la strage pandemica degli ultimi mesi.

Sarebbe sufficiente guardare all'aspettativa di vita nelle singole Regioni italiane per capire le disuguaglianze , ove si vive meno a lungo sovente non ci sono servizi pubblici adeguati, mancano asili nido, la medicina preventiva e di base è al collasso, per curarsi spesso si è costretti a spostamenti di centinaia di km per accedere a ospedali attrezzati ma presenti in Regioni lontane.

E dove l'accesso alla cura è piu' difficile spesso e volentieri esiste la contaminazione dei territori, il disesto idro geologico, problemi di inquinamento con il diffondersi di malattie tra la popolazione.

Anche in questo caso senza giustizia sociale non potrà essere diritto alla salute , anzi l'autonomia differenziata, se approvata, acuirà le disuguglianze economiche e sociali limitando su base regionale l'accesso ai diritti sociali, accrescendo i divari economici e salariali con quelle gabbie retributive tanto amate dai settori padronali.

E poi ad avere la salute piu' cagionevole sono, guarda caso, anche i settori sociali con meno istruzione, con lavori mal pagati che precarizzano le loro stesse esistenze.

Per anni le regole della sostenibilità economica, i principi di austerità hanno governato istruzione e sanità, queste regole stanno producendo incalcolabili danni ove maggiore è stato il dogma dell'austerità.

E il Covid ha squarciato il velo di ipocrisia e di falsità attorno alle politiche intraprese e alla efficacia delle stesse, ora faranno di tutto, e di piu', per impedire di prendere coscienza fino in fondo del problema rimettendo in discussione le politiche ddel contenimento della spesa in base alla quale gli stessi diritti sociali diventano una sorta di variabile dipendente.

Da qui bisogna ripartire non per tornare al vecchio SSN ma per assicurare un sistema universale che affronti tutte le problematiche connesse alla cura e alla salute, farlo senza misurare ogni intervento in base ai tetti di spesa perchè sono proprio quei tetti ad affondare la sanità italiana (e non solo quella)





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