Per il bene della scuola, naturalmente......

Per il bene della scuola, naturalmente

di Tiziano Tussi da www.resistenze.org

Scuola. Si stanno concludendo gli esami di maturità o di stato come vengono chiamati a seconda del periodo politico ministeriale. Comunque, sta terminando anche la sessione dell'anno scolastico 2019/2020. Le modalità sono state pensate per cercare di rispondere al periodo di pandemia ancora in corso. Uno studente alla volta, con solo un accompagnatore, e con la commissione esaminatrice formata dagli insegnanti della classe, con il solo presidente della stessa commissione esterno alla classe. Tutti distanziati e via per cercare di mettere un cerotto a questo atto finale.

Il cerotto è corrispondente alle modalità di composizione di detto esame. Vi era solo una prova da superare, o per meglio dire, da presenziare, ed era il colloquio d'esame. Dico così visto come le cose si sono svolte e per alcuni si stanno ancora svolgendo, dati i tempi laschi, di cui diremo subito dopo.

L'impossibilità di trovare i presidenti di commissione adeguati al numero necessario ha fatto sì che alcuni di loro abbiano avuto più di una commissione, formata da due classi, da gestire e perciò le classi e gli alunni hanno dovuto aspettare, a lungo, che altri finissero, per cominciare. Quindi allungamento dei tempi. Ma niente panico.

Lo scorso anno scolastico è stato bocciato all'esame finale solo l'1% degli studenti. Numero che quest'anno arriverà allo 0 tondo. Non voglio dire che necessita bocciare, voglio dire che un esame che promuove tutti gli esaminandi che senso ha? Ma approfondiamo meglio. Il risultato massimo era 100 su 100, poi scatta la lode. Per raggiungere la sufficienza minima occorre arrivare a 60 centesimi che è il numero che si consegue avendo avuto nel corso degli anni precedenti l'esame il massimo della media dei voti annuali.

Calcolo rivalutato per questa occasione pandemica, in cui l'esame è stato depurato dalle prove scritte. Quindi i più bravi già promossi senza neppure sostenere la prova. Tutto quello che viene in più ben venga, il massimo, la lode. Ma anche chi si è attestato su un curriculo più o meno sufficientemente accettabile, la media del 6 o appena oltre, ha ottenuto un punteggio di partenza di circa 42/45 punti. Basta raggiungere un 4 o 4 e mezzo all'esame e si è promossi. Dato che su quaranta punti dell'orale un quattro e mezzo non lo si nega a nessuno, tradotto in centesimi un 18, ed ecco che la soglia del 60 viene bellamente raggiunta o superata, seppur di poco. Paradosso. Basta presentarsi e prendere una insufficienza pesante per essere …promosso.

Questo va nel senso dell'aumento dell'ignoranza a scuola, e dato che la pandemia finirà ma la scuola continuerà ad esistere e l'ignoranza personale a gravare sulle spalle di ognuno, non si capisce perché cogliere ogni momento utile per aumentare la deriva dell'inutilità con cui è stata condita la scuola italiana da troppi decenni?

Per di più la struttura dell'esame si è ancora avviluppata intorno al racconto, da parte dell'allievo delle sue esperienze di scuola-lavoro. Esperienze quanto meno discutibili e per molte considerazioni inutili, specialmente in questa situazione pandemica. Si deve poi aggiungere, parte integrale dell'esame, come da ordinanza ministeriale, il suo arrovellarsi attorno alla costituzione con il risultato di fargli ripetere alcuni articoli della stessa, quando va bene, e dire che sono belli, bellissimi.

Il resto dell'esame si configurava come una sua proposta di lavoro, una sorta di tesina, sulla quale non si poteva intervenire, se non con ammiccamenti, e finalmente una proposta di un'analisi di passi della lingua italiana nell'elaborazione di scrittori ed autori trattati nell'ultimo anno di scuola, più o meno a distanza; in pratica una sostituzione orale del tema di maturità. Poi. Tolte di mezzo le buste sorpresa dello scorso anno, ministro Bussetti, della Lega, ora con un ministro dei 5 stelle, tale Azzolina, si è arrivati a proposte decise dalla commissione, un argomento insomma da cui il candidato doveva partire per destreggiarsi nell'universale del sapere e dire tutto quanto gli veniva in mente. E per carità, poche domande, o al massimo, sollecitazioni.
L'esame finiva con i risultati numerici sopra riportati.

L'inutilità si intreccia con il pressapochismo e veramente poco si capisce perché spendere soldi ed energie per una ritualità vuota di contenuti e di strutturazione.

Ma il tutto parte da lontano, nel medio periodo storico. L'intergruppo parlamentare di cui fanno parte esponenti di alta levatura culturale come Maurizio Lupi, che è il loro coordinatore, Maria Stella Gelmini, già ministro della scuola nel passato recente, Roberto Speranza, che credo ora non operi lì, più dato che è diventato ben altro, Paola de Micheli, altro ministro in carica, Mara Carfagna, Ettore Rosato. Insomma, bastano questi.

Un loro manifesto dell'agosto 2019, riportato dal Corriere della sera del 14 agosto, L'educazione sfida centrale anche per il mondo produttivo, vede come passaggio centrale, zucchero agnotologico (dell'ignoranza) questa proposta: «è nostra convinzione che per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica possa essere efficace l'introduzione della metodologia didattica delle non-cognitive skills (amicalità, coscienzosità, stabilità emotiva, apertura mentale) nel percorso delle scuole medie e delle scuole superiori.» Parlano poi di proposte di legge ecc. ecc.

E sembra proprio che l'introduzione a braccio, ma si dovrebbe usare altro termine, dell'insegnamento dell'Educazione civica rientra in questo pressapochismo modernista che oramai va tanto di moda nella testa degli studenti e del ministro, con i gradi intermedi tra i due livelli, che fanno da stanca eco alle estemporanee invenzioni di come si deve organizzare una scuola in un Paese che avrebbe invece bisogno di serietà e di regolamentazioni di peso.

«Come si fa a non essere scettici, anzi sconfortati? Ci vorrebbero personalità eccellenti per gestire questa emergenza. [] …il nostro sistema di istruzione è a pezzi da almeno trent'anni. Bisogna ricostruire cambiando le fondamenta, non edificando sugli stessi errori.»

Solo alcune perle dell'ordinanza ministeriale sull'insegnamento dell'Educazione civica che si deve insegnare e declinare anche come capacità digitale e sviluppo sostenibile. Non si potrà dissentire sui disegni proposti o che vanno per la maggiore o fare rilevare la pochezza del fenomeno di Greta Thunberg, ad esempio. Tutti ecosostenibili con la Tesla elettrica o una Lamborghini ibrida da raggiungere come sogno!

E mi raccomando, forza, con la Didattica a distanza, se possibile, integriamola, utilizziamola come strumento. Un esempio dai tempi glaciali: l'insegnante di storia e filosofia, se ce la faceva, come programma ministeriale prevedeva, insegnava pure Educazione civica. Ma non basta, occorre che vi siamo specifiche ore durante l'anno scolastico, ben 33, in pratica una a settimana, e se non basta un insegnante vi concorreranno più di uno, poi si potrà sempre fare una media dei voti proposti che sono raggiungere il risultato necessario, che concorrerà alla media generale dei voti finali, da presentare all'esame finale.

Al prossimo esame quindi con anche questa novità alle spalle, aspettandone altre che dal ministro, che ci sarà, ci saranno ammansite. Per il bene della scuola, naturalmente.

 

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