A due giorni dalla Manifestazione di Coltano: riflessioni sulla guerra e su come cambiamo noi...

Sabato 23 Aprile, ore 15,  ci sarà un presidio ai cancelli della base Usa e Nato di Coltano.

Ieri sera si è tenuto un webinar di approfondimento, lo trovate sulle pagine FB di Lotta Continua Pisa, con la partecipazione di realtà territoriali in lotta contro la guerra, dalla Sicilia a Varese, il giorno ancora prima oltre 200 persone avevano partecipato alla assemblea a Coltano promossa da Città in Comune.

Le mobilitazioni continuano ma la distanza siderale tra il Parlamento e la società è evidente come altrettanto chiaro l'affievolirsi delle sensibilità popolari contro la guerra.

Come accaduto con la pandemia, dopo la paura subentra l'assuefazione, ore e ore di informazione martellante non producono l'effetto di sensibilizzare e spingere il cittadino a mobilitarsi dopo avere analizzato e compreso prima le questioni.

Se martelli quotidianamente l'opinione pubblica con informazioni parziali, se dal palinsesto elimini ogni voce fuori dal coro Nato e Usa, se qualche critica viene relegata a fenomeni caricaturali o da baraccone, il risultato non potrà che essere la spettacolarizzazione della  guerra senza combatterne cause e conseguenze.

Nei luoghi di lavoro la guerra, come accaduto con il virus, è diventato argomento terziario di discussione, non se ne parla, non ci si indigna, siamo ormai spettatori di un fenomeno mediatico costruito per suscitare indignazione e sostegno ad una delle parti e talvolta in maniera cosi' sfacciata da produrre quasi apatia e indifferenza.

A Pisa esiste da anni la militarizzazione del territorio, molti sembrano scoprirla oggi con Coltano ed è già una conquista. Ma la base da Coltano potrebbe trasferirsi ad Ospedaletto  una volta salvaguardata parte della macchia mediterranea che a rigor di logica dovrebbe essere preservata anche attorno a Camp Darby ove invece da anni, nel silenzio generale, si abbattono alberi e di operano interventi infrastrutturali con alto impatto ambientale.

E' bene allora confutare alcuni luoghi comuni senza troppi clamori ma giusto per evitare equivoci e semplificazioni

  • la base non si farà molto probabilmente a Coltano per non far perdere la faccia a Lega e Pd che stanno dentro il Governo Draghi (e quindi non potevano non sapere di Coltano)
  • la base potrebbe trasferirsi a Ospedaletto dove i soldi servirebbero invece per bonificare l'area attorno all'inceneritore, i corsi d'acqua, abbattere i mostri in cemento che da quasi 15 anni sono abbandonati alla loro realizzazione definitiva, recuperare  decine di capannoni abbandonati e fatiscenti. Un eventuale trasferimento a Ospedaletto verrebbe presentato come grande opportunità di rilancio di un'area in stato di abbandono, giusto a ricordarcelo.
  • alcuni docenti intervengono pubblicamente per spiegare come la salvaguardia della flora e della fauna possa essere compatibile con la presenza di basi militari, all'occorrenza usciranno pubblicazioni per attribuire attestati di stima e riconoscimenti ufficiali agli eserciti per la salvaguardia dell'ambiente come se le guerre non producessero drammi umani e devastazioni ambientali. Prepariamoci a vedere alti graduati premiati da qualche associazione ambientalista per progetti in difesa del territorio, magari poi scorriamo anche l'elenco delle sovvenzioni pubbliche destinate alla stessa associazione giusto per curiosità intellettuale
  • del ruolo esistente tra università, ricerca e guerra continuiamo a non parlare
  • La campagna contro la base di Coltano dovrà essere partecipata e di popolo ma se l'opinione pubblica può opporsi a questa follia, per ragioni innumerevoli, anche senza denunciare pubblicamente il ruolo della Nato, altrettanto potranno dire le realtà organizzate che qualche informazione in più  del comune cittadino dovrebbero averla? E a molte realtà pisane non farà comodo saltare sul carro degli oppositori a Coltano proprio per non affrontare i nodi della militarizzazione dei territori legati alla Nato, a Bussola Difesa, al Neokeynesismo di guerra, alla gestione della emergenza da parte del Governo Draghi?
  • Il sindacalismo di base, almeno in parte ma non Cobas e Usb , ha promosso uno sciopero generale contro la guerra per il 20 Maggio quando (presumibilmente?) la guerra potrebbe essere conclusa (per proseguire in altre forme), da qui a quella data siamo certi che si mobiliteranno lavoratori e lavoratrici se non sarà loro spiegato il nesso esistente tra incremento della spesa militare e tagli ai salari e ai diritti sociali?
Per chi vuole e pensa sia giusto, ci vediamo il 23 Aprile alle ore 15, per ricordare che le guerre sono anche il risultato dell'allargamento della Nato e hanno come risultato la militarizzazione dei territori  e del sapere, la riduzione dei salari e delle pensioni mentre aumentano le spese militari. E per questo la scelta di tenere la manifestazione davanti alla base di Camp Darby è una scelta voluta, razionale e cosciente.





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