Litigano sull'aumento delle spese militari ma poi son tutti d'accordo. Ecco alcuni dati incontrovertibili
Fin dal 2014 era noto che l'aumento delle spese militari, fino al 2% del Pil, ci sarebbe stato, si trattava solo di stabilirne i tempi di attuazione.
La richiesta Usa e Nato non aveva trovato dinieghi ma solo richieste di tempo, ad esempio in Italia, anche a sinistra, si pensava che il progetto di acquisto degli F35 fosse troppo ambizioso e oneroso per i conti degli italiani, poi hanno iniziato a parlare di spending review e di riordino delle spese militari accapigliandosi su quale settore militare rafforzare.
Si arriva, e non senza strappi, ai nostri giorni e i litigiosi parlamentari dimenticano le dichiarazioni di pochi anni fa, qualche ministro oggi a favore del riarmo invocava, solo pochi anni fa, la chiusura di quasi 400 caserme e il taglio di qualche migliaio di uomini perchè troppo onerose erano le spese a carico della Difesa.
Oggi il progetto Bussola europea, il piano di riorganizzazione delle forze armate, il sostegno alle industrie di armi mette tutti\e d'accordo, poco importa che gli 8miliardi di euro l’anno, più di 100 milioni al giorno, di aumento delle spese militari siano il frutto avvelenato delle strategie Usa e Nato, sono imperativi categorici alla politica con tanto di ricatti etici e morali.
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