Litigano sull'aumento delle spese militari ma poi son tutti d'accordo. Ecco alcuni dati incontrovertibili

 Fin dal 2014 era noto che l'aumento delle spese militari, fino al 2% del Pil, ci sarebbe stato, si trattava solo di stabilirne i tempi di attuazione.

La richiesta Usa e Nato non aveva trovato dinieghi ma solo richieste di tempo, ad esempio in Italia, anche a sinistra, si pensava che il progetto di acquisto degli F35 fosse troppo ambizioso e oneroso per i conti degli italiani, poi hanno iniziato a parlare di spending review e di riordino delle spese militari accapigliandosi su quale settore militare rafforzare.

Si arriva,  e non senza strappi, ai nostri giorni e i litigiosi parlamentari dimenticano le dichiarazioni di pochi anni fa, qualche ministro oggi a favore del riarmo invocava, solo pochi anni fa, la chiusura di quasi 400 caserme e il taglio di qualche migliaio di uomini perchè troppo onerose erano le spese a carico della Difesa.

Oggi il progetto Bussola europea, il piano di riorganizzazione delle forze armate, il sostegno alle industrie di armi mette tutti\e d'accordo,  poco importa che gli  8miliardi di euro l’anno, più di 100 milioni al giorno, di aumento delle spese militari siano il frutto avvelenato delle strategie Usa e Nato, sono imperativi categorici alla politica con tanto di ricatti etici e morali.

L’aumento di 1,35 miliardi del Bilancio del Ministero della Difesa (+5,4%) traina la crescita della spesa militare italiana complessiva (dati forniti da Osservatorio Mil€x). 

Siamo arrivati a oltre 25 miliardi (25,82 in totale)  di spese con un aumento del 3,4% rispetto al 2021 e una crescita della spesa militare del 20% in 3 anni. 

Un miliardo in più per l’acquisto di nuovi armamenti: 8,27 miliardi complessivi ossia, in un solo anno, piu' 13,8% che diventano piu' 73,6% negli ultimi tre anni (+3,512 miliardi rispetto ai 4,767 miliardi del 2019).


E siano sufficienti i dati sopra riportati per farci capire come la tendenza generale dei vari Governi è stata quella di non accrescere le spese all'indomani della decisione Nato a Glasgow ma poi, quando la Ue ha trovato un accordo al suo interno, iniziare un piano di riarmo e di riorganizzazione del settore militare, insomma l'esatto contrario di quanto leggiamo sulla stampa. I fatti, l'analisi delle fonti, incrociare le dichiarazioni sono oggi indispensabili per mettere ognuno di noi davanti alle proprie responsabilità senza nascondersi o cercare vie di fuga.


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