Legge delega in Parlamento sugli appalti: chi vuole cancellare le clausole sociali?

 Che cosa sono le “clausole sociali”? Detto in parole povere, il diritto di conservare il posto di lavoro nei cambi di appalto, cambia il datore ma tu, lavoratore o lavoratrice, mantieni il posto e in teoria, solo in teoria, con lo stesso monte ore.

Se poi vogliamo una definizione tecnica, per clausole sociali intendiamo l'insieme delle disposizioni \ normative che impongono ad un datore di lavoro il rispetto delle regole di protezione sociale e del lavoro stesso, se una azienda o cooperativa vuole svolgere un'attività, magari beneficiano di  varie agevolazioni, dovrà garantire la tutela occupazionale ricevendo, al momento di partecipare al bando di gara, l'elenco dei dipendenti da assumere.

In ogni caso, nel corso degli anni, innumerevoli sentenze della Magistratura hanno sancito la supremazia dell'impresa sul diritto soggettivo ed oggettivo della forza lavoro, le assunzioni potranno avvenire anche con piccole riduzioni contrattuali che negli anni si tramuteranno in pensioni ancora più basse.

E non esiste ad oggi alcun obbligo che imponga l'applicazione di un contratto invece di un altro, l'azienda subentrante potrà applicare un nuovo ccnl, magari piu' svantaggioso e senza l'obbligo di corrispondere le differenze economiche.

La presenza della clausola sociale ha resistito ad anni di feroci attacchi padronali consentendo alla forza lavoro degli appalti di  conservare almeno il posto di lavoro che oggi viene messo in serio pericolo 

Se non esistessero le clausole sociali, per quanto imperfette siano dopo anni di interventi legislativi peggiorativi, migliaia di posti di lavoro sarebbero ogni giorno a rischio.

E in Parlamento, l'ennesimo decreto sui lavori pubblici approvato al Senato, prevede la facoltà e non l'obbligo di riassunzione, se questo dovesse essere il testo definitivo si annunciano migliaia di licenziamenti in una giungla contrattuale senza diritti e tutele reali dove a vincere sarà il libero arbitrio padronale. Qualunque datore di lavoro sarebbe libero di assumere chi vuole e le condizioni di vita, lavorative e retributive sarebbero dettate da regole padronali senza tutele e diritti effettive per lavoratori e lavoratrici.

Già nel 2015, Governo Renzi, provarono a sostituire l'obbligo con la facoltà, oggi gli stessi interessi padronali si muovono trasversalmente all'arco parlamentare per portare a casa lo stesso risultato: ridurre il costo del lavoro, precarizzare un lavoro che già di per sè è precario per le basse retribuzioni e la concreta minaccia di vedersi togliere ore e salario in ogni cambio di appalto.

Urge scongiurare questa ennesima controriforma: giù le mani dalle clausole sociali


Cub Pisa

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