All'arrembaggio!!! I contratti più 'pirati di chi sono?
Se esistesse un reddito minimo sociale con paga oraria di 10 euro alcuni contratti siglati da cgil cisl uil sarebbero alla stessa stregua dei cosiddetti contratti pirata siglati da piccole organizzazioni autonome con minimi tabellari risicati e senza dignità.
La domanda senza risposta resta comunque un 'altra: per quale ragione il sindacato cosiddetto rappresentativo risulta poco interessato ad un reddito minimo sociale?.
La mancata applicazione di un contratto collettivo, scegliendone magari un altro più favorevole per le associazioni datoriali, è il frutto avvelenato di una legislazione che consente ad ogni padrone di applicare il Ccnl di suo gradimento (salvo la Pubblica amministrazione e le grandi aziende), capita sovente di trovare il ccnl multiservizi applicato in situazioni dove a logica non dovrebbe esserci.
Alcuni contratti sono stati pensati per favorire i processi di esternalizzazione e privatizzazione e se presentano dei minimi tabellari ridicoli la responsabilità è da attribuire prima alla accettazione sindacale di determinati processi (privatizzazioni) assecondando al contempo la corsa al ribasso delle retribuzioni.
Cgil Cisl Uil pensano tuttavia che un reddito minimo sociale possa erodere il sistema di contrattazione collettiva indebolendo il loro potere (non tanto e solo quello contrattuale ma la loro presenza nei fondi previdenziali, nella sanità integrativa e negli enti bilaterali)
Negli ultimi 15 anni il numero di contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) certificati dal Cnel ha raggiunto un numero record: ben 992.
Perchè sono aumentati a dismisura i contratti nazionali applicati?
Vediamo le ragioni di questo processo
- Gli interventi in materia di giuslavoro sono stati solo finalizzati al deterioramento delle condizioni di lavoro abbattendo le retribuzioni e le tutele collettive, molti contratti sono il classico prodotto della rincorsa datoriale alla riduzione del costo del lavoro. Analogo discorso vale per il sistema previdenziale.
- Non esiste una legge sulla rappresentanza e anche se vi fosse applicherebbero l'accordo del 2014 che condiziona la rappresentanza a un insieme di regole inique e vessatorie verso le minoranze conflittuali.
- La frammentazione della contrattazione collettiva è il risultato della tendenza dei sindacati rappresentativi ad accogliere o subire le decisioni datoriali, a loro volta sono nati sindacati corporativi, di mestiere e della galassia autonoma ben disposti verso i datori e pronti a confezionare con i consulenti del lavoro datoriali contratti ad hoc
- Alcune categorie sono state frazionate con la proliferazione dei contratti esistenti (e qui entrano in gioco anche interessi specifici dei sindacati rappresentativi che mirano al monopolio della rappresentanza accettando che in un luogo di lavoro possano convivere molteplici ccnl a seconda del datore ma senza mai riportare le attività lavorative svolte ad un unicum). E' possibile che in un comune gli esternalizzati possano avere 3\4 contratti diversi tra di loro, sarebbe logico che tutte le attività svolte rientrassero nel ccnl delle funzioni locali visto che un tempo erano attività a gestione diretta. Ma se cio' accadesse verrebbe meno la convenienza e la economicità dei processi di esternalizzazione, cosi' facendo proliferano i numeri dei contratti , magari con 40 ore lavorative a settimana invece di 36) e le basse retribuzioni
- Quando si indebolisce il potere di acquisto e di contrattazione si creano le condizioni favorevoli per inventarsi Ccnl che prevedono condizioni “al ribasso”
- I minimi salariali previsti da alcuni contratti collettivi sono ritenuti pericolosi per la occupazione pensando che la politica dei bassi salari possa creare lavoro
- Le imprese che applicano i contratti più sfavorevoli sono talvolta le meno competitive sui mercati, giusto a ricordare che abbassando il costo del lavoro non è detto che si ottengano i risultati sperati.
- La tentazione delle gabbie salariali con retribuzioni differenti tra Regioni e territori è sempre forte e rappresenta un obiettivo padronale storico.
- Se aumentano i minimi contrattuali l’occupazione scenderà? Possibile ma nella nozione di occupati rientrano anche contratti di poche ore alla settimana e retribuzioni inferiori al rdc, quindi sarebbe utile rivedere la stessa nozione di occupato
- Le statistiche ufficiali puntano a far crescere il numero dei sottopagati per poi rivendicare una crescita dei posti di lavoro ma se guardiamo a quanta ricchezza arriva ai redditi ci accorgiamo di come sia aumentata la disuguaglianza e la forza del capitale rispetto al lavoro.
- assecondare la proliferazione dei contratti peggiorativi è funzionale a ridurre il costo del lavoro e ad abbattere il potere di acquisto e di contrattazione indebolendo la forza lavorativa al cospetto datoriale
- all'orizzonte intravediamo un possibile compromesso e sono necessarie poche considerazioni per esplicitarlo. Cgil Cisl Uil potrebbero portare a casa una legislazione atta a ridurre i contratti pirata e in cambio agirebbero per rendere maggiormente flessibili i contratti da loro firmati prevedendo deroghe e scappatoie varie a uso e consumo dei datori.
- Poi potrebbe anche esserci lo spazio per una forma di “decentralizzazione organizzata” dentro la stessa negoziazione collettiva, il Ccnl definisce alcuni principi generali lasciando alla contrattazione aziendale o territoriale il compito di stabilire le questioni dirimenti. Rendere flessibile la contrattazione lasciando al secondo livello compiti sempre maggiori potrebbe permettere ai padroni di raggiungere lo stesso scopo anche senza applicare i contratti pirata.
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