La democrazia a senso unico: il caso Assange

 La Westminster Magistrates’ Court di Londra ha deciso per la estradizione negli Usa di Julian Assange. dove lo attende il Tribunale e probabilmente il carcere a vita per avere contribuito alla diffusione di documenti riservati sui crimini compiuti dalle forze Usa durante la guerra in Iraq e Afghanistan.

Siamo davanti a una vera e propria sentenza di guerra, una persecuzione ai danni di un giornalista che ha pubblicato documenti riservati che hanno fatto piena luce sull'operato delle truppe di occupazione Usa in questi due paesi dove è stata scatenata una guerra con milioni di morti

Possiamo anche giudicare sbagliato l'operato di Assange ma dovremmo prima chiederci quale sia il compito del giornalismo, se si possono ritenere tali servizi scritti lontano dalle zone di guerra, simulate magari in altri contesti, senza mai menzionare le fonti, se il giornalismo può limitarsi a riportare le veline diffuse dal Pentagono o dalla Nato e accreditarle come notizie fondate ed indiscutibili.

Assange è atteso dal carcere a vita e paga per avere diffuso documenti che ogni giornalista dovrebbe analizzare e riprendere per fornire una informazione, con tanto di fonti citate, esaustiva e coraggiosa.

Perchè i media occidentali non scendono allora in piazza per rivendicare la piena agibilità democratica del giornalismo?


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