" Avanti marsc".................... di Rodrigo Rivas
" Avanti marsc"
di Rodrigo Rivas
"Si è mai vista più insolenza,
barbarie e fellonia,
del tirar fuori il moschetto e ammazzare a sangue freddo,
chi è privo di difesa e con le mani vuote, sì"
(Violeta Parra, "La carta", La lettera, 1962)
"Dal 2028 al 2035 l'Italia dovrà contribuire con 2,4 miliardi all’anno ... Poi si dovrà pagare la NATO e il piano di riarmo".
(Osservatorio sulle Spese Militari Italiane, Mil€x, 18 luglio 2025)
Nella proposta di "Bilancio comunitario 2028-2035", la Commissione Europea chiede all’Italia 2,4 miliardi di euro in più all’anno di spesa militare, complessivamente 16,8 miliardi.
Bruxelles vuole moltiplicare per 5 il bilancio comunitario pluriennale per la difesa, portandolo a 131 miliardi di euro su 2.000 complessivi.
Con quasi 27 miliardi di euro annui in più, la spesa per armi sarebbe il 6,5% della spesa totale.
Ecco la suddivisione della spesa per la Commissione:
- 12 miliardi per le spese militari in senso stretto, ivi incluso "il sostegno all’industria" tra cui il Fondo europeo per la difesa – Edf (8 miliardi);
- 15 miliardi per i progetti spaziali europei di
carattere militare (Iris 2, GovSatCom, Ssa) o civile-militare (Copernicus, Galileo, Egnos).
Successivamente, i 27 miliardi saranno conteggiati strutturalmente come "quota indiretta della spesa militare".
La "spesa militare indiretta" È quella non destinata direttamente all’acquisto di armi o al mantenimento delle forze armate.
Include, come ha dichiarato Guido Crosetto, imprenditore di armi e ministro della difesa italiano, le pensioni del personale militare.
Il ministro si è dimenticato di aggiungere che include anche le spese per le basi militari straniere sul territorio italiano ed i costi delle missioni militari all’estero.
Por "spesa militare diretta" s'intende:
- acquisti di equipaggiamenti;
- manutenzione delle infrastrutture militari,
- stipendi del personale.
Questo il capitolo su cui inciderà il piano di riarmo europeo da 800 miliardi di euro della Commissione UE, finanziato per 650 miliardi di euro dagli Stati membri.
Situazione italiana
Il governo ha fatto presente diversi problemi fiscali alla Commissione UE.
Peggioreranno, oltre ogni dubbio, le condizioni finanziarie dell'italia, già sottoposta ad una procedura di infrazione per deficit eccessivo e limitata nelle sue spese dal "Patto di Stabilità".
Detto in soldoni, il governo italiano vuole aumentare le spese militari ma senza essere penalizzato dalle regole che lui stesso ha concordato con la Commissione UE.
Stante l'accordo sulla sostanza, si può supporre che questa controversia moderna circa la compatibilità tra la botte piena e la moglie ubriaca, troverà presto una soluzione.
L’aumento previsto della spesa militare al 5% del Prodotto Interno Lordo è stato richiesto da Trump e concesso dagli europei.
Chi è felicemente dotato dal "cuore di nonna", penserà che i governi europei s'illudono che, così facendo, diminuirà il pizzo da pagare con i dazi che dovrebbero entrare in atto dal primo agosto 2025.
Ai meno illusi ho già spiegato ("È la crisi, stupído"), che i dazi potrebbero diminuire se il pizzo si paga diversamente.
Ma non è una esercitazione a tempo perso.
Se si pagheranno effettivamente meno dazi dell'attuale 30% già fissato da Trump, pur aumentando altre forme di trasferimento (acquisti di armi, gas, BOT, trasferimenti industriali, cessione di brevetti ecc.), non pochi Napoleoni in giro potranno prolungare l'illusione di vittoria.
C'è una millennaria tradizione.
Ad esempio, nel 272 a.C, Phyrros (Pirro), re degli epiri e validissimo propagandista del proprio mito, diffuse la voce che per lui, discendente da Achille e di Eracle ed imparentato con Alessandro, tenersi la Sicilia sarebbe stato un gioco da bambini.
Finì malissimo.
Mentre si chiede - con prudenza - che Netanyhau metta fine alle decine di assassinii quotidiani, imprudentemente si contribuisce allo sterminio in atto.
Non è una supposizione.
La NATO ha già stabilito che il 70% della nuova spesa sarà destinato alle "spese dirette", ossia alla produzione di cannoni e carri armati, e l’altro 30% alle "spese indirette", ossia alla cosiddetta "sicurezza" (tra cui persino al "ponte sullo stretto di Messina").
Secondo i calcoli dell'osservatorio MIL€X, la spesa militare italiana sarà triplicata: dagli attuali 35 ad oltre 100 miliardi.
Con quali soldi si pagherà?
Per triplicare la spesa militare, il governo in carica e quelli successivi dovranno reperire nuove risorse, 6-7 miliardi annui, durante 10 anni.
Con quali conseguenze?
Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, in Italia sarà indispensabile un aumento delle tasse o un taglio della spesa sociale.
Oppure entrambe.
Ma lo spettacolo, trasformato in sostanza, deve continuare.
Quindi, il governo ha escluso questa prospettiva e quotidianamente, gli aedi (i cantori dell'antica tradizione epica greca, utilizzo metaforico del termine) ribadiscono che solo la sinistra incapace non riesce a capirlo.
Né il governo né gli aedi hanno spiegato dove è come troveranno i soldi.
E non c'è bisogno della smisurata sapienza dei ministri per capire che non è una piccola incognita e, nemmeno, un'innocente bugia.
Nulla di questo è stato votato o deciso da alcun parlamento e solo l'estremo controllo dell'informazione e l'estrema timidezza delle opposizioni ha reso possibile che, finora, l'agguato ai diritti della popolazione non abbia provocato alcuna protesta significativa.
Dopo il recente "no" del governo tedesco alla proposta di bilancio comunitario (che i media italiana ignorano beatamente), la Commissione europea si trova in stato agonizzante.
Tuttavia, poiché la folle politica riarmista della signora von der Leyen e dei suoi complici ha il consenso dei governi, non sarà sospesa per semplici manovre di palazzo e la moltiplicazione delle armi sarà finanziata con soldi pubblici.
Vogliono realizzare un nuovo deserto e chiamarlo pace. Sostengono, da millenni, che la pace si costruisce preparando la guerra.
Possono farlo poiché la guerra è sempre pagata dalle sue vittime, reali e potenziali.
Mesi fa, a Città di Panama ho visto un'opera del Paperino (Trump) costruttore edile, risalente al periodo in cui costui dichiarava che non avrebbe fatto il politico perché i politici gli comprava.
I panamensi chiamano ancora "Torre Trump" il grattacielo più alto della città.
L'Hotel Hyatt ha 62 piani, come il maggiore grattacielo milanese.
È a 50 metri dell'Oceano Pacifico, da cui lo separa soltanto l'Avenida (viale) Vasco de Balboa.
Sulla terrazza, servono degli ottimi mojito, ma non fanno salire gli ubriaconi. Sono pericolosi.
Osservando l'imboccatura del Canale, che si trova proprio davanti, mi sono chiesto quante Torri Trump si potrebbero costruire sulla riviera israeliana, oggi chiamata Gaza. Per certe teste, credo, sarebbe addirittura l'inizio di un nuovo boom economico.
Per chiudere, è domenica, vi propongo ancora la Violeta:
"Passo da un villaggio morto,
mi si offusca il cuore.
Ma, dove abita gente,
di morte ce n'è assai di più.
Hanno sepolto la giustizia,
hanno sepolto la ragione.
E lassù, bruciando il sole"
("Y arriba quemando el sol", E lassù bruciando il sole, 1963).
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