L’antimilitarismo operaio e il movimento socialista. Noi pacifisti seguaci di Rosa Luxemburg
L’antimilitarismo operaio e il movimento socialista. Noi pacifisti seguaci di Rosa Luxemburg
di Laura Tussi
Tra le correnti politiche organizzate dell’epoca contemporanea spetta al movimento socialista e in generale al movimento operaio la posizione di maggior rilievo nell’ambito della lotta contro la guerra.
Più che di pacifismo del movimento operaio internazionale bisognerebbe parlare dell’antimilitarismo che accompagnò lo sviluppo del movimento soprattutto nell’era della seconda internazionale, che coincise con l’età dell’imperialismo, che sarebbe sfociata nello scontro tra le potenze del primo conflitto mondiale.
Operativamente si affermò costantemente la tendenza a lasciare che ogni singolo partito socialista trovasse da solo gli strumenti per combattere il militarismo, la guerra, la brutalità della condizione bellica, ora votando contro le spese militari, ora teorizzando l’abolizione degli eserciti professionali, ora facendo proprie le istanze in favore dell’antimilitarismo, più tipiche del movimento pacifista borghese, dal quale il socialismo si distinse sempre per l’analisi di classe del militarismo e dell’imperialismo.
Le crisi internazionali del secolo XX acuirono, con la necessità di una concreta presa di posizione del movimento operaio internazionale, anche la difficoltà di condurre diversi partiti socialisti a una piattaforma unitaria.
Determinante nell’impedire l’accordo non solo sui principi, ma anche sui mezzi presi sempre dal persistente conflitto tra i socialisti francesi da una parte e i socialisti tedeschi dall’altra: oltre le diversità delle posizioni nella pratica antimilitarista.
Laura Tussi
Nella foto: Rosa Luxemburg è stata una delle più importanti teoriche marxiste del primo Novecento, una rivoluzionaria polacca di origine ebraica naturalizzata tedesca, figura centrale del socialismo europeo e cofondatrice della **Lega di Spartaco** e successivamente del **Partito Comunista di Germania (KPD)**.
Nata nel 1871 in Polonia, allora parte dell’Impero russo, si trasferì in Germania dove fu attiva nella **SPD (Partito Socialdemocratico Tedesco)**, criticando però sempre più duramente la sua svolta riformista e l’appoggio alla Prima guerra mondiale. Durante il conflitto fu incarcerata per le sue posizioni pacifiste e antimilitariste. In quegli anni elaborò le sue principali opere teoriche, tra cui *”L’accumulazione del capitale”* e *”La crisi della socialdemocrazia”*, firmata con lo pseudonimo “Junius”.
Dopo la fine della guerra e la caduta del Kaiser, nel contesto della **rivoluzione tedesca del 1918-19**, Luxemburg partecipò attivamente all’insurrezione operaia di Berlino nel gennaio 1919, insieme a Karl Liebknecht. Entrambi erano tra i principali dirigenti del neonato Partito Comunista.
**Fu uccisa il 15 gennaio 1919 a Berlino** dai **Freikorps**, milizie paramilitari di estrema destra composte da ex militari imperiali, con l’avallo del governo socialdemocratico guidato da Friedrich Ebert. Arrestata dopo la repressione della rivolta spartachista, **fu picchiata, assassinata a colpi di arma da fuoco e il suo corpo fu gettato nel canale Landwehr**, dove fu ritrovato settimane dopo.
Il suo assassinio, insieme a quello di Liebknecht, segnò simbolicamente la sconfitta della rivoluzione in Germania e il consolidamento di una Repubblica di Weimar fragile e assediata tra destra e sinistra. Rosa Luxemburg è tuttora una figura di riferimento per i movimenti socialisti e comunisti, non solo per il suo impegno politico ma anche per la profondità del suo pensiero critico, autonomo rispetto sia alla socialdemocrazia riformista che al centralismo bolscevico.
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