Le domande senza risposta sui dati economici dell'Italia
L'arrivo dei dazi al 15% con molta probabilità costringerà il Governo a rivedere le previsioni sull'andamento dell'economia italiana.
· E proprio alla luce dei dazi e degli ultimi dati è confermata la crescita del Pil
dello 0,6% previsto dall’ultimo Documento di finanza pubblica?
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I dazi al 15% per le esportazioni verso gli Usa colpiranno alcuni settori
abbattendone il fatturato e con possibili ripercussioni negative
sull’occupazione . Se alcuni economisti parlano del calo di mezzo punto del Pil
a causa dei dazi, il ministro Giorgetti potrà ancora mostrare il consueto
ottimismo?
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E’ forse possibile ipotizzare una economia italiana in salute quando altri
paesi europei evidenziano risultati negativi? E tutti i paesi Ue non sono poi
nell’area Euro e indistintamente subiscono la dittatura monetaria del dollaro?
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Al di là della performance dei singoli paesi la Ue è lontana dai risultati
economici degli Usa e la distanza tra le due economie si acuisce.
La
nostra impressione è che la crescita economica di un paese dipenda anche dal
suo welfare e non dai tagli alle tasse e dal basso costo del lavoro, da
tassazioni leggere su eredità sopra a un determinato valore; le ricchezze
prodotte da 40 anni ad oggi sono andate in prevalenza ai capiti e non ai
salari, siamo il paese con bassa tassazione dei
patrimoni, dei redditi da capitale, delle successioni e delle rendite
immobiliari.
E a quanto vediamo non sono previsti,
nell’agenda governativa, interventi del
genere che poi dovrebbero essere dettati da principi di equità sociale ma anche
per ristabilire una equa proporzione tra entrate ed uscite dalle casse statali.
A forza di pagare gli aumenti salariali non erogati dalle imprese pubbliche e
private attraverso la riduzione del cuneo fiscale, resteranno risorse per il
welfare?
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