TRUMP O LA STRATEGIA DEL CAOS
TRUMP O LA STRATEGIA DEL CAOS
Di Tiziano Tussi
da Gramscioggi
La politica di Trump come una vampirizzazione della parte conservatrice statunitense. Ecco in breve: “Trump sta andando
oltre il conservatorismo tradizionale della destra americana che quel regime aveva invece rispettato.” (Sergio Fabbrini, il Sole 24 ore, 15 giugno 2025).
Appare forse un poco sorprendente una analisi così distruttiva della politica di Trump da parte di un editorialista del giornale della Confindustria, ma si vede proprio come le mosse di Trump siano indigeste anche ai “padroni”. Una posizione dirompente dello stesso verso un settore sociale che potrebbe portare guai a questa politica vampiro di Trump è il suo scontro con il mondo universitario. Una istituzione nata nel medioevo in Europa, in specie in Italia, con la più antica università a Bologna, almeno per quanto riguarda l’Europa.
Preceduta Bologna dall’università marocchina di Fes, al Qarawiyyin. Circa 230 anni tra quest’ultima e Bologna (859-1088). La cifra ricorrente dell’università risiede nello studio approfondito ed appassionato, nella formazione di cultura critica. Almeno così dovrebbe sempre essere, almeno così è stato. L’avversione del presidente USA per il pensiero critico, per la razionalità logica, è manifesta nel suo comportarsi in modo sincopato, con dichiarazioni che fanno a pugni con sé stesse e con le sue azioni sul piano della pratica.
Un capo che deve dettare la strada da seguire fosse questa anche tortuosa e piena di trappole, non tiene in considerazione le altre leve di potere dello stato, di uno stato che si vanta della propria democrazia secolare, dall’origine. I due partiti al Congresso, Repubblicani e Democratici, sono comparse sulla scena politica. Trump non dimostra di affaticarsi per apparire l’unico vero capo. Il resto non conta e/o non vuole contare. Vedremo se alla prossima scadenza elettorale il prode Trump non si sia inventato qualcosa
per rimanere capo degli USA. Non pare essere un tipo che si mette da parte. Dopo l’elezione di Biden, infatti, ecco l’assalto al Campidoglio. Che non ha prodotto per Trump nessuna conseguenza giuridica. L’articolo dal quale siamo partiti chiude così: ”Trump non rappresenta la destra conservatrice, piuttosto è il cannibale di
quest’ultima. Chi (in Italia) mira da allearsi con lui, farebbe bene a pensarci due volte, perché non è detto che avrà successo. Il crollo del trumpismo delegittimerebbe anche i sostenitori italiani, così come il crollo del fascismo delegittimò a lungo la destra conservatrice che si appiattì su di esso. Ci dedichi un pensiero, signora primo ministro.” Un finale scoppiettante. Innanzi tutto, si rimarca il comportamento cannibalesco, vampiresco di Trump cannibale.
E si indica, a chi vorrebbe allearsi con lui, che nel caso lui non abbia successo sarebbe anch’esso, come alleato, travolto. Chiaro il riferimento a Meloni, detto esplicitamente in chiusura. Dato che
Salvini conta veramente nulla.
Ma ancora più trasparente l’accostamento al fascismo e alla destra conservatrice italiana che si immolò al vincitore fascista e che rimase schiacciata del suo crollo. Ripeto, sorprendente, tale analisi per il giornale della Confindustria che evidentemente teme un futuro pieno di insidie se Trump rimane ancora a capo del gioco democratico borghese, almeno a parole. Anche le dichiarazioni de suoi uomini più fidati sono sorprendenti per questo modo di pensare
caotico.
Vance, vicepresidente, dice che gli Usa non ce l’hanno con l’Iran ma con la sua, dell’Iran, ricerca nucleare. Così come Netanyahu dice che non ce l’ha con i palestinesi ma con Hamas, e perciò bombarda il popolo palestinese per ammazzare qualcuno di Hamas, così come gli USA distruggono parti dell’Iran per scongiurare la ricerca nucleare iraniana. La strategia del caos, intitola Internazionale il suo numero del 20 giugno 2025.
Un caos per rinforzato e rifornito dai continui spostamenti inconsulti dal presidente Trump. Ancora, dal numero di domenica 29 giugno del Sole 24 ore l’ex commissaria europea al commercio (2014-2019) ci dice, a proposito dei dazi trumpiani: “Il problema è che Trump cambia idea continuamene; per cui non si può mai sapere se dopo un eventuale accordo con L’Unione europea, il presidente Usa possa cambiare le carte in tavola e mettere altri dazi.” Un bel caos, insomma. In cui il mondo si è infilato sorprendentemente e velocissimamente. A dimostrazione che gli USA sono ancora una locomotiva per il mondo intero. Questo dovrebbe farci spavento, ora siamo a Trump ma non è impossibile che vengano avanti altri presidenti, forse, ancora più imprevedibili. Che si fa allora, che faranno gli stati che si dichiarano democratici nel confronto con questi “banditos”? Una storia già vista.
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