Due testi discordanti che parlano del medesimo accordo: la intesa tra Ue e Usa sui dazi

 

L’accordo sui dazi tra Ue e Usa è stato accompagnato da due testi riepilogativi differenti,  uno espressione degli Usa e un altro della Ue, testi che messi a confronto evidenziano innumerevoli contraddizioni.

C’è chi canta vittoria per la riduzione dei tassi dal 30 al 15%; gran parte delle analisi – favorevoli o contrarie alla intesa – sorvolano su alcuni aspetti invece dirimenti.

La Ue ha accettato di sostenere al posto degli Usa e per conto della Nato l’incremento delle spese militari: si caricano sulle fragili spalle del Vecchio Continente un aumento di spesa con cui faranno i conti le classi sociali meno abbienti e alcuni settori economici rimarranno indeboliti per via del vantaggio oggettivo che acquisiranno i prodotti Usa tramite i dazi. Questi ridurranno il deficit statunitense e, complice un dollaro debole, agevoleranno le esportazioni dei prodotti Usa

Il dazio di base al 15% sarà pari al triplo della media dei dazi (4,8%) in vigore prima di Trump e serviranno innanzitutto ad allentare la pressione europea sulle multinazionali Usa, specie sui prodotti hi-tech.

L’Unione Europea, infine, acquisterà gas liquefatto dagli Usa a un costo superiore di 4 o 5 volte a quello del gas russo prima della guerra in Ucraina.

Fondamentalmente sono questi gli elementi da prendere in esame per una ragionata riflessione sui dazi. 

Donald Trump ha quindi vinto, avendo strappato impegni “politici” su energia, armi e microchip, sulle fonti energetiche. I costi dei dazi ricadranno sulle aziende importatrici e, a ricasco, sui consumatori americani e in misura ben più contenuta sugli esportatori, mentre Trump otterrà maggiori entrate erariali con cui pagare il deficit federale (che già a giugno era sceso a 86 miliardi).

I prossimi mesi diranno se questo accordo è destinato a durare oppure se verrà archiviato da ulteriori decisioni. Di certo i risultati ottenuti da Trump ci sembrano assai maggiori di quelli del partner europeo, che dal canto proprio esulta per la cooperazione in materia di approvvigionamento energetico, di metalli rari e di risorse del sotto-suolo in generale, senza mai menzionare chiaramente i costi aggiuntivi che graveranno sulla economia del Vecchio Continente (anzi, traspare un’autentica e innaturale soddisfazione per l’acquisto di prodotti tecnologici e chip dagli Usa).


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