I dazi e le imposizioni Usa ai paesi Ue e Nato
I negoziati UE-USA sono tutt'altro che chiusi, aperti a diverse soluzioni dopo l'annuncio di Trump di applicare dazi al 30 per cento dal prossimo 1 Agosto.
La lettera di Donald Trump alla Unione Europea è un vero e proprio atto di sfida verso il vecchio continente , di aperta sfiducia e di grande risentimento tanto che in caso di risposta da parte della Ue con dazi di pare misura gli Usa sarebbero disposti ad alzare ulteriormente la posta in gioco.
Fino ad oggi siamo abituati a dichiarazioni di intenti sovente non seguiti da fatti ma anzi funzionali alla apertura di un negoziato sotterraneo, tuttavia sono proprio i dati dell'economia mondiale, e di quella statunitense, il prolungamento delle guerre in corso, la instabilità economica e finanziaria, ad obbligare il presidente Trump ad una svolta. Già ad aprile i dazi medi sulle importazioni dal mondo verso gli Usa erano passati dal 2,3% all’8,8% con un aumento dei costi per la Ue e l'applicazione di dazi differenti sui singoli prodotti da paese a paese.
L’UE, qualora venissero applicati dazi al 30 per cento, si troverebbe in seria difficoltà e la bilancia commerciale finirebbe in perdita con un sostanziale rallentamento dell'economia.
Che Trump alzi la posta in gioco è scontato, ancora da capire quale sia la merce di scambio offerta dalla Ue agli Usa per allentare la presa, dietro ai dazi reciproci non si celano solo scelte commerciali ed economiche ma anche opzioni politico strategiche di ampio respiro. E non dimentichiamo mai che la applicazione dei dazi serve a ridurre il deficit commerciale degli Usa che ha raggiunto livelli di guardia.
Gli Usa hanno già ottenuto di scaricare parte dei costi della guerra sui paesi Nato e in primis della Ue, le armi offerte all'Ucraina saranno pagate dalla ue, ulteriori oneri arriveranno presto e saranno individuati nei prossimi giorni.
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