Il cittadino ? Da vittima del dissesto sanitario a carnefice del servizio pubblico
Visite rinviate all'autunno, sospensione di attività ordinarie, plessi ospedalieri chiusi o padiglioni accorpati per la stagione estiva, telefoni che squillano per giorni senza risposta, servizi ridotti con poche prestazioni erogate, stiamo parlando della sanità pubblica e dell'odissea che il cittadino vive nella stagione estiva.
Potremmo parlare di storie di ordinaria amministrazione in ospedali e dentro il Servizio sanitario nazionale che da tempo presentano organici risicati e tali da dovere contrarre innumerevoli servizi all’inizio della stagione estiva quando si tratta di accordare le ferie al personale. E quel personale ha già da recuperare settimane di eccedenze orarie, ferie dell'anno precedente non usufruite per esigenze di servizio.
E per mettere la classica toppa le hanno provate di tutte, dall’interinale alle
cooperative, dai premi nel secondo livello erogati in maniera discrezionale e
parziale, qualunque situazione si è rivelata insufficiente perchè la coperta è troppo corta, servono assunzioni reali e per farlo urge
rimuovere quell’insieme di regole inique che limitano il numero della forza
lavoro imponendo illogici tetti di spesa per il personale a tempo indeterminato
e determinato
Ma lo stato comatoso in cui si trova la sanità pubblica non indigna i cittadini e se avviene uno scatto di orgoglio o di rabbia si manifesta contro il servizio pubblico e quasi mai contro le reali cause di questa situazione individuandone i responsabili. Per denigrare il pubblico si magnificano le sorti del privato, eppure non dovrebbe essere impresa impossibile avere una visione della realtà obiettiva e veritiera.
La salute non fa dormire i sonni degli italiani e in generale dei cittadini
europei, basti guardare il sondaggio OCSE Risks that Matter, che ha
raccolto le opinioni di oltre 27.000 persone in 27 paesi membri, tra cui
l’Italia.
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Effective Social Protection for Stronger Economic Growth (EN)
Ma abituati come siamo a sragionare, i cittadini non sembrano essere disposti a pagare più tasse per avere una sanità pubblica efficiente e di qualità, li hanno convinti a segare il ramo a cui stanno aggrappati e anche i sindacati hanno le loro responsabilità con la sanità integrativa che diventa parte essenziale dello smantellamento del servizio pubblico.
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