T endenze perverse del mondo attuale.
di Rodrigo Rivas
Per combattere le disuguaglianze, globali e locali, è indispensabile una tassa globale sulla ricchezza.
A livello planetario, solo tra il 2020 e il 2021 l’1% più ricco si è impossessato di quasi due terzi dell’incremento della ricchezza netta aggregata.
E cioè, circa 80 milioni di ricchi si sono presi 6 volte quanto hanno preso circa 7 miliardi, il 90% dell’umanità.
Nonostante il tracollo dei mercati azionari nel 2022, tra marzo 2020 e novembre 2022 ogni giorno la ricchezza dei miliardari è aumentata di 2,7 miliardi di dollari.
La lista redatta da Forbes dei miliardari (marzo 2025), vede Elon Musk in cima con 342 miliardi di dollari, seguito da Mark Zuckerberg e Jeff Bezos.
Il numero totale di miliardari a livello mondiale è di 3.028 persone.
Hanno un patrimonio totale di 16.100 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti guidano con 902 miliardari, seguiti da Cina e India.
Nel 2022 l’aumento dell’inflazione ha superato la crescita media dei salari in 79 paesi, e cioè per 1,7 miliardi di persone.
La concentrazione dei redditi permise alle grandi imprese energetiche e agro-alimentari di più che raddoppiare i loro profitti rispetto alla media del 2018-2020.
I "superprofitti" erano talmente evidenti che persino nel governo Meloni si rumoreggiò per qualche giorno sull'idea di tassarli.
Ma, poiché dove comandano i banchieri, ciurma e ufficiali si limitano ad ubbidire, la pellegrina idea scomparse presto persino tra le file dell'opposizione.
I superprofitti comportarono succulenti dividenti per gli azionisti e la fame per oltre 800 milioni di sudditi.
Se a qualcuno sembra che il mondo, essendo grande e alieno è comunque diverso dalla propria realtà, ricordo che pure in Italia la concentrazione della ricchezza e il divario dei redditi sono aumentati. Oggi sono tra i maggiori nell’UE.
Dal 2009, era in carica il governo Berlusconi IV, l'evoluzione del contesto globale si riassume in 3 fatti:
- la povertà assoluta è più che raddoppiata;
- il carovita ha eroso il potere d’acquisto dei gruppi sociali più fragili. Tra questi, molti lavoratori i cui salari non reggono il passo della inflazione;
- in Europa le tutele stabilite dallo Stato sociale sono diminuite sistematicamente.
(altrove, spesso queste non c'erano neppure prima).
L'aumento dell'iniquità e delle disuguaglianze sociali ed economiche nulla hanno di casuale e la loro multidimensionalità e profondità nulla hanno d'ineluttabile. Sono solo il risultato di precise scelte di politica pubblica che hanno mutato profondamente la distribuzione delle risorse, del potere, delle dotazioni e delle opportunità.
Nel 2013 l'economista francese Thomas Piketty ("Il capitale nel XXI secolo"), propose un’imposta minima globale sulla ricchezza per rimediare alla crescente disuguaglianza.
Nel 2025, l'UE ha eliminato ogni tassa sulle multinazionali statunitensi (e chissà cos'altro offrirà per attutire i capricci di Trump su dazi e pizzi variegati). Sembrerebbe, quindi, una proposta utopica, come il verso di Paolo Pietrangeli in "Contessa" (1966): "Anche l'operaio vuole il figlio dottore".
In Europa, e non solo, soffia il “vento di destra” imposto dal tecno-capitalismo e dai suoi servitori.
Ma nemmeno questa è una condizione ineluttabile ed è altrwttanto vero che qualcosa "eppur si muove", come bisbigliò Galileo Galilei su realtà più pesanti.
L'idea di applicare una tassa minima globale alle multinazionali, è comparsa negli ultimi vertici del G20 ed è stata concordata da 139 Paesi.
E per capirne il bisogno, basta osservare l'esigenze dei bilanci pubblici riguardo il finanziamento della transizione ecologica e di quella digitale, poiché non esistono solo la guerra in Ucraina e le insane politiche di riarmo.
Nel 2025 i miliardari globali sono 3.028.
Far pagare ogni anno ad ognuno una tassa sul reddito pari al 2% della propria ricchezza produrrebbe un gettito aggiuntivo di 250 miliardi di dollari.
Joseph Stiglitz, statunitense e Premio Nobel per l’economia nel 1980, afferma che si tratterebbe del primo passo indispensabile per correggere sistemi fiscali che fanno pagare ai ricchi aliquote più basse rispetto a quelle pagate dai ceti medi.
Opposizioni credibili non dovrebbero passare per le 12 fatiche di Ercole per proporla.
La “redistribuzione alla rovescia”, incentivata dal Covid e dall'inflazione, ha creato le condizioni per proporre alla popolazione un prelievo sulle ricchezze.
Certo, bisogna volerlo e mobilitarsi, passare dalla corsa all'esposizione e urla televisive alla politica, darsi da fare per costringere l’UE a varare un’imposta patrimoniale continentale per finanziare la transizione ecologica e sociale.
Considerando le attuali condizioni, ogni altra proposta economica mi sembra pura fuffa.
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