Una archeologia dell’attuale crisi di guerra tra Russia e Ucraina

 Una archeologia dell’attuale crisi di guerra tra Russia e Ucraina

Ala ricerca di un angolo di vita che non c’è ma che si deve cercare.

 

 di Tiziano Tussi

 

Una coincidenza. Ho visto un titolo di un intervento di Massimo Franco sul sito de la Repubblica.it che invitava a leggere Il quinto angolo di Izrail’ Metter, un titolo Einaudi del 1991. E casualmente l’ho visto sul mio tavolo, acquistato da poco su una bancarella. Quindi l’ho letto subito ed ho scoperto veramente un libro avvolgente e sconvolgente. Da leggere ora, in questa crisi di guerra tra Russia e Ucraina. 

L’autore, morto nel 1996, ha trascritto su carta la sua vita in differenti modalità. Forme di ricordo e scrittura, come ci comunica in un dialogo alla fine del romanzo con Luciana Montagnani. Il nucleo del libro riguarda la Russia di Stalin e lo stalinismo, con le sue ricadute sulla vita di ogni giorno dei russi. Forse ai più potrà piacere per la critica che viene elevata a quel periodo, ma a me pare che non vi sia solo e soltanto questo.  Anche la critica è intrisa di vita e di esistenza che si cerca, che cerca sé stessa, come può e dove può. 

Anche sotto un regime così stringente, appunto lo stalinismo, si può vivere e volere vivere nel Paese interessato. L’autore confessa, sempre nel dialogo, che non avrebbe mai voluto vivere altrove ed insomma l’attraversamento delle difficoltà politico esistenziali viene compiuto con la voglia di resistere nella propria terra, che allora aveva un respiro molto più grande dell’attuale, l’URSS contro la Russai attuale. Anche in questo romanzo troviamo tutte le difficoltà dell’epoca, Seconda guerra mondiale inclusa, la vita da topi dovuta all’assedio di Leningrado, I personaggi del libro, con riflessi di autobiografia, si muovono tra Ucraina e Russia. 

Ci dice Metter che quando si è messo a scrivere il libro, che porta la data finale del 1967, non si è chiesto se e come lo avrebbe pubblicato. Lo sarà integralmente in URSS solo nel 1989, dopo la pubblicazione di una specie di sunto, negli anni precedenti, senza i riferimenti al periodo stalinista ed al regime staliniano. Quello che ne esce è una visitazione della vita che si svolge comunque anche sotto la dittatura di una imposizione che non lascia molti scampi, specialmente in alcuni momenti. 

Uno per tutti la “conferenza” di Zdanov nel 1946, sulla letteratura e i letterati “nemici del popolo”. Certo lui ne è stato risparmiato ed è riuscito a vivere la sua vita, altri sono scomparsi in quel turbinio, ma se non fosse per la sottolineatura che la vita vuole sempre farsi largo, il testo si ridurrebbe solo ad una critica a Stalin. Così non è e la sua grandezza sta nel cercare di riconoscere l’abisso esistenziale in qualsiasi modalità si presenti sulla scena sociale e personale. 

Ed anche in questo nostro tempo di guerra tra Paesi, una volta accomunati nella stessa organizzazione statale, anche in questo inferno di bombe, così come fu nell’assedio di Leningrado, possiamo riconoscere l voglia di vivere degli umani con tutti i difetti ed i possibili pregi, possibili, proprio a causa di imposizioni che cercano di ammutolirli, in cui possiamo sperare. 

Ci si aggira in uno zabaione in cui la parti si sciolgono, in cui le vite si amalgamano e si allontanano, indipendentemente da ciò che succede attorno a loro. 

Vi sono sempre possibilità di dirittura morale, sempre è possibile, all’opposto, la piaggeria e l’adulazione, quando non il fanatismo di campo. Ecco a cosa potrebbe servire Il quinto angolo, un titolo drammatico, che fa riferimento ad una pratica di tortura usata nelle prigioni della GPU (poi KGB) sovietiche. 

Una modalità, la tortura, che non ha esclusivismi di sorta. Usata da troppi stati nelle proprie carceri e da troppi individui in quegli stati. Fa tanta pena leggere questo testo e fa tanta voglia di avere speranza in una vita degna, sotto ogni latitudine. In qualsiasi momento storico e forma di governo ci si trovi ad essere.

 

Izrail’ Metter, Il quinto angolo Einaudi, Torino, 1991 (lo si può trovare in rete, anche con altri scritti di Metter, in diverse edizioni).

 

 

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